Quando la tromba suonava allarmi
Con Garibaldi corsi arruolarmi
La mano mi strinse con forte scossa
E mi dié questa camicia rossa.
Ed all’istante che t’indossai
Le braccia d’oro ti ricamai
Quando a Milazzo passai sergente
Camicia rossa camicia ardente.
Tu sei l’emblema dell’ardimento
Il tuo colore mette spavento
Fra poco uniti andremo a Roma
Camicia rossa camicia indoma.
Là sul Volturno di te vestito
Quando sul campo caddi ferito
Eri la stessa che allor vestia
Camicia rossa camicia mia.
Con te sul petto farà la guerra
Ai prepotenti di questa terra
Mentre l’Italia d’eroi si vanta
Camicia rossa camicia amata.
Quando all’appello di Garibaldi
A una di quei dei suoi prodi e
baldi
Staremo insieme fuoco alla mina
Camicia rossa garibaldina.
Se dei tedeschi nei fieri scontri
Scende la morte da prodi incontri
Chissà qual sorte sarà servata
Camicia rossa Camicia amata.
versi: R. Traversa
musica: L. Pantaleoni
1860
La sera del 5 maggio 1860 i Mille si imbarcano a Quarto.
Comincia l’impresa di Garibaldi. L’11, poco dopo
mezzogiorno è a Marsala. Il 20 luglio, a Milazzo, la
vittoria dei garibaldini sui borbonici aprì a Garibaldi
la via per Messina e il 24 luglio le truppe del re di
Napoli lasciarono la Sicilia e si ritirarono sul
continente.. Dopo la battaglia del Volturno, l’1 e 2
ottobre, il 7 novembre Garibaldi entrava a Napoli.
L’Italia era quasi fatta: mancavano Venezia e Roma, ma
l’Italia era virtualmente fatta. L’Eroe dei due mondi ,
iniziato in Brasile nel 1844, nel 1864 sarà il primo
Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
Come
per molti simboli di cui si conosce l’alto valore, anche
della camicia rossa portata dai garibaldini s’ignora
l’origine precisa. Nasce - e su questo non vi sono dubbi
- nel 1843, a Montevideo, in America del Sud.
L’ammiraglio inglese Winnington Ingram e Gustavo
Sacerdote, nei loro scritti su Garibaldi, attribuiscono
alla camicia rossa un’origine molto prosaica. La sua
adozione da parte della Legione Italiana di recente
costituita, sarebbe stata dettata da ragioni
strettamente economiche. Una casa commerciale di
Montevideo aveva offerto alla Legione, a prezzi
vantaggiosi, un fondo di camicie rosse già destinate ai
“saladeros”, gli operai dei grandi macelli e degli
stabilimenti di carne salata di Ensenada e altre piazze
argentine che, a causa dell’assedio di Montevideo, non
potevano essere raggiunte. L’affare fu concluso perché
l’offerta era troppo buona per non essere accettata.
Altri, per contro, sostengono che la camicia rossa fu
suggerita a Garibaldi dal quadro del pittore italiano di
stanza a Montevideo, Gallino, che lo aveva ritratto
assieme alla sua compagna Anita. Entrambe sono
supposizioni veritiere, ma perché non credere che la
scelta fu dettata da ragioni più emblematiche? I
garibaldini, in fondo, da cinquant’anni erano
repubblicani, e rossa è la bandiera dei rivoluzionari.
Nella Campagna d’Italia, invero, indossavano “la tunica
rossa” soltanto Garibaldi ed i suoi ufficiali venuti
dall’America, mentre gli altri portavano camicie nei
colori più svariati. Solo nel 1848, quando i garibaldini
entrarono a far parte dell’esercito italiano, furono
autorizzati dal governo ad adottare una divisa unica
consistente in una tunica scura con il bavero verde,
pantaloni grigi con bande verdi e cappello alla
calabrese con tre piume sul lato sinistro.
La
divisa dei Mille divenne il simbolo della libertà da
conquistare e nella poesia popolare è quasi una bandiera
che sventola inneggiando al coraggio ed alla lotta
contro la tirannia come si recita in questa canta: “tu
sei l’emblema dell’ardimento, il tuo colore mette
spavento”.
Parole e musica, rispettivamente dei dimenticati R.
Traversa e L. Pantaleoni e risalente al 1860, nella
tradizione popolare raccolta dei “fogli volanti” del
tempo, vi sono della canzone almeno altre due versioni.
Entrambe, con leggere variazioni dei versi, qui di
seguito presentate:
Quando all’appello di Garibaldi
tutti i suoi figli suoi figli baldi
daranno uniti fuoco alla mina
camicia rossa garibaldina
daranno uniti fuoco alla mina
camicia rossa garibaldina.
E
tu ti svegliasti col sol d’aprile
e
dimostravi che non sei vile
per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara
e
poi per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara.
E
porti l’impronta di mia ferita
sei tutta lacera tutta scucita
per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara
per questo appunto mi sei più cara
camicia rossa camicia rara.
Fin dall’istante che ti indossai
le braccia d’oro ti ricamai
quando a Milazzo passai sergente
camicia rossa camicia ardente
quando a Milazzo passai sergente
camicia rossa camicia ardente.
Odi la gloria dell’ardimento
il tuo colore mette spavento
Venezia e Roma poi nella fossa
cadremo assieme camicia rossa
Venezia e Roma poi nella fossa
cadremo assieme camicia rossa.
Quando la tromba sonava all’armi
con Garibaldi corsi a arruolarmi:
la man mi strinse con forte scossa
e
mi diè questa camicia rossa!
E
dall’istante che t’indossai,
le braccia d’oro ti ricamai!
Quando a Milazzo passai sergente,
Camicia rossa, camicia ardente!...
Porti l’impronta di mia ferita,
Sei tutta lacera, tutta scucita:
Per questo appunto mi sei più cara,
Camicia rossa, camicia rara!
Tu sei l’emblema dell’ardimento,
Il tuo colore mette spavento:
Fra poco uniti saremo a Roma,
Camicia rossa, camicia indoma!
Fida compagna del mio valore,
Par che tu intenda la mia favella,
S’io ti contemplo mi batte il core;
Camicia rossa, camicia bella.
Là sul Volturno, di te vestito,
tu sei la stessa che allor vestia,
camicia rossa, camicia mia.
Con te sul petto farò la guerra
ai prepotenti di questa terra
mentre l’Italia d’eroi si vanta,
camicia rossa, camicia santa
Ed all’appello di Garibaldi
e
di quei mille suoi prodi e baldi,
daremo insieme fuoco alla mina,
camicia rossa garibaldina!
Se dei Tedeschi nei fieri scontri
vien che la morte da prode incontri,
chi sa qual sorte ti sia serbata,
camicia rossa, camicia amata!
La
partenza di Garibaldi da Quarto in un dipinto di Azzola
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