Solstizio 2010

M E S S A G G I O

del

GRAN MAESTRO DEGLI ARCHITETTI

del

RITO SIMBOLICO ITALIANO

 

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Carissimi Fratelli Maestri Architetti e Lettori,

la nostra tradizione è detta solare, poiché si ispira e segue l’evolvere ciclico dell’ellittica solare, quindi l’evolvere delle stagioni e della natura.

Il mito solare, ci racconta, quindi, la ciclicità dell’anno ed il ripetitivo percorso dalle tenebre alla luce e dalla luce alle tenebre.

Siamo in questi giorni nel solstizio d’inverno, periodo nel quale il sole si trova nel punto più basso della sua ellittica; le giornate si sono accorciate e le notti sono le più lunghe dell’anno.

La luce del sole irradia la terra solo per poche ore al giorno; il freddo e le tenebre avvolgono ogni cosa e la natura si è ritirata in se stessa, riducendo, al minimo, il suo metabolismo.

Però, dopo essersi ritirato in questa simbolica caverna, il sole sicuramente riprenderà a risalire la sua ellittica; la sua luce ed il suo calore irradieranno sempre più intensamente il nostro pianeta e tutte le sue creature, coincidendo, sia con l’avvento della primavera che dell’estate.

Il significato simbolico di questa ciclica morte e rinascita della luce è ben rappresentato da queste parole, tratte da un antico rituale massonico:
“ Noi, fratelli carissimi, ravvisiamo in questa rituale morte del sole, una fase dell’eterna lotta tra il bene ed il male; il dolore è ora nelle nostre anime, poiché il sole è calore, vita e luce.

Il nostro dolore è, però, temperato dalla certezza che il sole, dopo la sua annuale discesa agli inferi, risalirà nuovamente allo zenith della nostra coscienza.

Così lo spirito dell’uomo, dopo aver dormito nella misteriosa tomba di Saturno, risorgerà a nuova vita.

Infatti è proprio in questa fase di solitudine e tristezza che l’uomo deve affermare la propria indipendenza.

Fratelli, siate dunque vigili! In tal modo, contrastando il proprio stato di veglia con il fecondo silenzio della natura, giungerete a conoscere voi stessi.”

Ma quale deve essere il simbolico significato del Solstizio d’inverno?

Un ciclico e periodico ritorno per ciascuno di noi, nel gabinetto di riflessione.

Nel momento in cui la nostra luce interiore, a similitudine del sole, si ritrova al livello più basso è nostro dovere ritirarci nella caverna della nostra coscienza, in una sorte di morte spirituale, per ricaricare le batterie della nostra ragione e del nostro spirito.

Solo morendo, infatti, si potrà, poi, risorgere a nuova vita.

Ecco, quindi, che traspare il significato di un altro evento che, parimenti, si celebra in questo periodo dell’anno, quello della natività.

Per noi questo evento, va interpretato come rinascita e resurrezione.

Infatti, come il sole esce dalla sua caverna e, piano piano, raggiunge il suo zenith, così, noi dobbiamo uscire dal gabinetto di riflessione delle viscere della terra, rigenerati a uomini nuovi, ritemprati nella coscienza e nello spirito, con la nostra luce interiore allo zenith, pronti a riprendere il contatto con il mondo degli uomini, delle cose e della natura.

Dunque, solstizio d’inverno come morte per purificare il nostro spirito da quei metalli che possono affievolire la luce, per rendere operativa, nuovamente, la nostra potenzialità interiore divenuta latente.

Natività come resurrezione, per rinascere ad uno stato di potenzialità creativa, pura e purificata da tutti i metalli del mondo esterno.

Infatti, il simbolismo del Natale è talmente pregnante che va oltre l’ambito di una singola confessione religiosa; la notte di Natale è immagine del tempo sacro, dove tutto si ripete, come allora.

La nascita avviene in una grotta; noi siamo la grotta, perché essa deve avvenire dentro di noi e il bambino che nasce è, in realtà, il nostro archetipo vivente.

Il Natale, visto con gli occhi di un bambino è la dimostrazione che il suo significato simbolico sfugge alla nostra razionalità.

Gesù che si fa uomo, dal punto di vista simbolico, indica le cose fondamentali della nostra vita: riscattare la materia e darle un significato spirituale.

Lungo questo cammino che ci rigenera, dobbiamo riuscire a riacquistare quella coscienza del bambino che suscita in noi l’entusiasmo di abbracciare un nostro simile.

Carissimi Fratelli Maestri Architetti e Lettori invio a voi ed ai vostri cari tutti le mie più fraterne espressioni augurali di un sereno solstizio.

Rimini, 23 dicembre 2010

Giovanni Cecconi

Gran Maestro degli Architetti

del Rito Simbolico Italiano