di Ottorino Maggiore
Estratto dalla Rivista “LUMEN VITAE ” n. 5
Maggio 1954
Nella Comunione Massonica Italiana, con uguale parità di diritti e doveri esistono due Riti: lo Scozzese Antico ed Accettato ed il Simbolico Italiano.
Dal 1879 al 1887 fece anche parte della Comunione il Rito Menfitico, fino a quando si accertò che non vi fossero più Logge dei primi tre gradi adottanti quel Rito.
I Riti, lo Scozzese ed il Simbolico, provvedono con azione separata, indipendente, alle esigenze della loro peculiare esistenza, intenti al loro migliore sviluppo sotto la guida di loro Alti corpi Rituali: Supremo Consiglio del 33° per il Rito Scozz. A. e A.; la Sereniss. Gran Loggia per il Rito Simbolico Italiano.Le Logge, quanto all’essenza ed agli scopi del sodalizio, quanto alla disciplina, alla direzione, alla coordinazione del lavoro massonico costituiscono una sola ed omogenea compagine, che fa capo all’unico sovrano governo, il quale mantiene l’ordine all’interno, buoni rapporti con l’estero, governo che pone la sua base legittima sulla sovranità permanente nella universalità dei Liberi muratori delle Logge.Questo governo dell’Ordine Massonico (Grande Oriente) non appartiene all’uno o all’altro Rito; ma vigila affinché mai venga compromessa l’inattaccabile unità della Famiglia.
Ad ottenere il pieno effetto di tale norma, è necessario che la formula: libertà dei Riti ed unità di governo, accolta già con plauso unanime in una delle prime grandi Assemblee Costituenti della Mass. Italiana, trovi conferma nella salda e sincera convinzione di tutti i fratelli. E’ necessario che ciascuno si persuada come da questa garanzia, che apre l’adito ad una benevola e generosa emulazione, nell’opera di educazione ed elevazione, non vi sia pericolo di sorta per l’Istituto e per i Riti.
Nella facoltà riconosciuta ai Fratelli di schierarsi dietro l’una o l’altra delle due insegne, dobbiamo trovare il mezzo facile e lecito per dare al nostro lavoro quel migliore aspetto e quella migliore influenza, che senza alcun preconcetto, possono meglio assicurarsi con un Rito, piuttosto che con un altro.
I Riti, come espressione di temperamenti, di tendenze, di principii, costituiscono una realtà insopprimibile nell’indirizzo, nello svolgimento al lavoro e nella finalità che si vogliono raggiungere per il bene e l’interesse dell’Ordine; di talché fu ben detto che l’Ordine Massonico è uno, come una è la fede; i due Riti sono come due filamenti distinti di una medesima fiaccola: nella fiamma, che essa alimenta, invano si ricercherebbe la luce dell’uno o dell’altro.
Necessità quindi che i Fratelli di un Rito conoscano quanto si riferisce all’altro Rito e ciò per evitare incomprensioni, attriti errori.
Nella mia non breve vita massonica ho avuto occasione di sentire Fratelli Scozz. anche di grado elevato, affermare che il Rito Simb. Italiano, non essendo ligio alle tradizioni ed alle forme massoniche è il meno adatto a formare il perfetto massone e che pertanto i Fratelli, aderenti a questo Rito, fossero da considerarsi minorenni, quasi inabilitati, o, peggio ancora, eterodossi della Massoneria come altresì ho inteso Fratelli Simb. affermare che talune pratiche rituali adottate dal Rito Scozz. non sono comprensibili con la moderna civiltà, che la complessità dell’organizzazione scozz. tende a sopprimere la libertà collettiva ed individuale dei Fratelli.
Errori grossolani da una parte e dall’altra, che dovranno esser corretti, mercé lo studio e la conoscenza degli ordinamenti e delle leggi rituali.
A questa utile opera di chiarificazione ritengo modestamente contribuire con la mia odierna conversazione, lieto se altri Fratelli, vorranno più degnamente, concorrere con altre istruttive comunicazioni.
Parlando del Rito Simb. nella Comunione Italiana richiamerò dati di fatto per far risaltare differenze di tendenze e di organizzazione con l’altro Rito, senza però che questi richiami possano interpretarsi come desiderio di polemica, in quanto, anche glorificando il Rito Simb. nessuno vorrà disconoscere le benemerenze del Rito Scozz. nella Comunione Italiana.
E per non andare oltre i limiti imposti dal tema parlerò del Rito in Italia dal giorno in cui si ebbe una potenza massonica prettamente Italiana, tralasciando di occuparmi di tutte le organizzazioni mass. che pullulavano nei diversi Stati, prima della unificazione della Patria, organizzazioni che dipendevano, come ognun sa, dalle Grandi Logge o dai Grandi Orienti stranieri dei Paesi liberi di Europa, in special modo, di Francia e d’Inghilterra.
Dopo la fortunata guerra del 1859 tutto faceva sperare che finalmente fosse possibile la sperata unificazione d’Italia.
Alcuni Fratelli come auspicio di tanto desiderato avvenimento, pensarono di fondare in Torino una Loggia completamente indipendente da Potenze mass. straniere, la quale avesse potuto raccogliere la Fam. Mass. Italiana e coadiuvare il movimento nazionale per l’unità.
Fu così che sorse la prima Loggia, prettamente italiana, l’8 ottobre 1859 col titolo distintivo di AUSONIA (nel 1859, e non, come erroneamente afferma l’indimenticabile ULISSE BACCI nel suo LIBRO DELLA MASSONERIA ITALIANA nel 1861, confondendo la data della prima Costituente Massonica, 26 dicembre 1861, con la costituzione della Loggia che, ripeto, è dell’8 ottobre 1859).
Fondatori di tale Loggia furono i Fratelli che ricorderò per onorarne la memoria: LIVIO ZAMBECCARI, Colonnello dell’Esercito, fervente patriota e combattente di tante guerre; FILIPPO DELPINO stenografo alla Camera dei Deputati; CARLO FLORI, avvocato; SISTO ANFOSSI, medico chirurgo; CELESTINO PEROGLIO, Professore Universitario; FRANCESCO CORDEY, operaio litografo; GIUSEPPE TOLINI e VITTORIO MURANO, commercianti. Vi aderirono subito dopo la fondazione: COSTANTINO NIGRA, GIUSEPPE LA FARINA, FILIPPO CORDOVA, il martire ungherese LUIGI KOSSUT, STEFANO TURR, CARLO MICHELE BUSCALIONI e tanti altri uomini in vista, i quali onoravano in Cavour il personaggio che, più facilmente, poteva realizzare le aspirazioni nazionali.
La nuova Loggia adottò il rito primitivo, cioè il simbolico che riconosce i soli primi tre gradi, che si chiamano simbolici, perché raccolgono tutti i simboli fondamentali della Mass. Universale ed ammette solo Logge azzurre, dette così perché per tutti i Riti massonici il colore dei primi tre gradi è l’azzurro, mentre il rosso è proprio dell’organizzazione scozzese.
Il 20 dicembre di quello stesso anno 1859 la L. AUSONIA si costituiva solennemente in GRANDE ORIENTE ITALIANO, sotto la grande Maestranza provvisoria del suo Maestro l’ottuagenario FILIPPO DELPINO.
Sviluppatosi ed esteso il suo potere, come Gr. Oriente ad altre Logge filiali, sorse in molti Fratelli l’idea di affidare la suprema carica dell’Ordine a Cavour, come si legge nella Circ. dello stesso Gr. Oriente spedita alle filiali il 12 giugno 1861, dopo la morte dello statista, ” che a Lui, senza dubbio, tutte le Logge avrebbero offerto il martello di Gr. Maestro, se la morte non lo avesse prematuramente rapito “.
Questo primo Gr. Oriente si consolidava nel 1861, coevamente alla costituzione del nuovo Stato Italiano, a solenne riaffermazione che Massoneria e Patria Italiana son termini fatalmente e indissolubilmente congiunti.
Le Logge aderenti a quel Gr. Oriente, nei primi tempi non avevano Corpi Superiori propri, perché le Logge Regionali furono istituite solo nel 1876 (prima la Loggia Reg. INSUBRIA di Milano) e la Serenissima Gr. Loggia nel 1879.
Si trattava di Logge, le quali, riconoscendo nel 3° grado l’assoluta perfezione massonica, essendo desiderose della più ampia autorità ed essendo persuase dei pericoli e della inutilità di organismi rituali, lavoravano senza legami fra loro, alla sola dipendenza del Gr. Consiglio.
Soltanto a Milano, dopo il 1861 funzionò un Gr. Consiglio Simb. cui diede l’autorità del suo nome AUSONIO FRANCHI, ma questo Gr. Consiglio nel 1868 si fuse col nuovo Gr. Oriente.Per dare un’idea degli scopi del primo Gr. Oriente Italiano ricorderò che esso si proponeva ” come PROGRAMMA POLITICO: all’interno costituire l’Italia libera ed una; all’estero di agevolare, per mezzo delle Logge i rapporti internazionali, facilitare i commerci, abbattere i pregiudizi che dividono popolo da popolo, razza da razza, preparare la vera fratellanza degli uomini per mezzo di una grande confederazione dei popoli civili uniti fra loro; come ORDINAMENTO RITUALE interno seguiva le forme primitive della Libera Muratoria, adottava il sistema delle Landmarks o Pietre Termini, accettato da quasi tutti i Massoni del Mondo “.
Come ho già accennato, il 26 dicembre 1861 si riuniva in Torino la prima Assemblea Costituente Massonica, che si chiudeva il 1° gennaio 1862.
In questa Assemblea, all’apertura dei lavori, così parlava il reggente FELICE GOVEAN: ” Sono appena tre anni, Voi potete ricordarlo, Ven. Fratelli, la Massoneria It. non esisteva, Le poche Logge erano dipendenti da Orienti stranieri, senza legami fra esse, senza che una avesse conoscenza dell’altra. Veri Figli della Vedova, il nostro stato era quello di diseredati. Fu nostra prima cura edificare una Loggia libera da ogni vincolo straniero, che potesse servire momentaneamente di centro. E la L. AUSONIA fu come faro per gli smarriti massoni e mezzo a noi per rintracciare, ove esistessero, altri Templi “.
In quella storica Assemblea fu eletto Gr. Maestro il Fratello COSTANTINO NIGRA; fu approvata la legge fondamentale che riconosceva ed ammetteva soltanto i primi tre gradi simbolici; fu deliberato che al Fratello G. Garibaldi spettasse il titolo di PRIMO LIBERO MURATORE ITALIANO e che a Lui fosse conferita una medaglia d’oro da consegnarsi da un’apposita delegazione della Costituente. L’Assemblea decretò ancora: ” riunirsi il 24 giugno 1863 in Roma se fosse libera; in difetto a Venezia, e se anche questa città fosse ancora. sotto il dominio straniero, a Firenze “.
Fu redatta la DICHIARAZIONE DEI PRINCIPI DEL RITO, la quale, dopo ottantasei anni, conserva la freschezza di allora e costituisce ancor oggi, nella parte più squisitamente politica, coraggiosa affermazione dei più moderni principii sociali ed economici.
Ad essa il Rito Simb. Italiano ha tenuto sempre fede e costituisce ancora per noi la più pura espressione delle nostre idealità.Stralcio da essa i punti più salienti:
QUELLI CHE SI RIFERISCONO ALLA STRUTTURA INTERNA – Il Rito Simb. segue il sistema più diffuso ed antico (1717), quello in cui il lavoro viene diviso fra categorie e gradi e cioè APPRENDISTA ISCRITTO – COMPAGNO DELL’ARTE – MAESTRO MURATORE. Non ammette, non riconosce e non pratica gradi superiori a quello di Maestro, ritenendo che conoscenze mass. differenti da quelle acquisite nei primi tre gradi, non siano che uno sviluppo di essi e che non possono assumere valore ed importanza di grado. Il Rito Simb. riconosce ed adotta le Pietre Termini o Landmarks dell’Arte dei Liberi ed Accettati Muratori e le fa sue;
QUELLI CHE SI RIFERISCONO AL CONTENUTO SPIRITUALE – principi sociali ispirati alla Legge del Progresso Infinito; estendere a tutti gli uomini i legami di amore e di solidarietà fraterna; nessuna distinzione di classi sociali; i valori morali valgono più di quelli economici; nessuna limitazione alla ricerca del vero e del progresso sociale;
ed infine QUELLI ATTINENTI AL VERO CONTENUTO POLITICO – indipendenza e unità delle Nazioni e fraternità fra le stesse – sacra la nazionalità; tolleranza di qualsiasi religione ed uguaglianza assoluta dei culti dinanzi alla legge dello Stato (si sente qui sopravvivere lo spirito di Cavour e della sua famosa formula Libera Chiesa in libero Stato); progresso morale e materiale di tutte le classi sociali unite e cooperanti per raggiungere una forma superiore di convivenza;
e la CONCLUSIONE è quanto mai espressiva – Il Rito Simbolico ha un solo comandamento: il DOVERE; un solo dogma: il PROGRESSO. – Intende la LIBERTA’ come diritto di ogni uomo di esercitare, senza ostacoli o restrizioni, le facoltà sue purché non violi quelle degli altri e sia in armonia coi Supremi interessi della Patria e della Umanità; l’UGUAGLIANZA come parità di diritti e doveri, uniformi per tutti, affinché nessuno si sottragga all’azione della Legge, ed ogni uomo partecipi, in ragione del suo lavoro, al godimento dei prodotti, risultato di tutte le forze sociali poste in attività; la FRATELLANZA come amore reciproco, come tendenza che conduce l’uomo a fare per altri ciò che egli vorrebbe si facesse da altri per lui.
Intanto i Supremi Cons. Scozzesi di Torino, Napoli, Palermo non vollero aderire ai principii adottati dal Gr. Oriente Italiano e si fecero nel 1862 promotori di una nuova Costituente, che si riunì in Firenze il 22 marzo 1864 e nella quale intervennero le numerose Logge e le Camere Superiori di Rito Scozz. Il Gr. Oriente Italiano, per arrivare alla unificazione delle forze mass. in Italia, si presentava, con le Logge dipendenti, a questa Assemblea e deponeva in massa i poteri di organo dirigente. L’assemblea proclamava la libertà ed uguaglianza dei Riti, costituendo, come potenza federata, il GR. ORIENTE D’ITALIA, formato dai rappresentanti dei due Riti ed eleggeva a Gr. Maestro G. Garibaldi.
Sorvolerò sulle altre Assemblee: quella di Genova (28 maggio 1865) di Napoli (21 giugno 1867), di Firenze (31 maggio 1869), di Roma (25 aprile 1872), e ricorderò solo quella del 23 maggio 1874 in Roma, nella quale vennero approvate le COSTITUZIONI GENERALI DELL’ORDINE, confermandosi la alleanza dei due Riti nella Comunione, retta da un governo unico.
Il 15-16 giugno 1876 si riuniva in Milano il congresso del Rito Simbolico che aggiungeva alla propria denominazione l’attributo di Italiano.Si arriva così alla Costituente del 26 aprile 1879 in Roma, che è seguita da un avvenimento importante, già accennato, e cioè la costituzione della SERENISS. Gr. LOGGIA DI RITO SIMB. ITALIANO, la quale veniva subito riconosciuta dal Gr. Oriente con tav. N. 192 del 25 maggio 1879 ed in cui – leggo le parole del testo – ” si plaudiva all’avvenimento ed al Rito, che aveva reso così segnalati servigi alla Massoneria Nazionale “.
E quanto scriveva allora il Gr. Oriente corrispondeva alla realtà storica, perché l’antico Gr. Oriente Italiano, che era l’espressione del Rito Simb. ed unica potenza mass., legalmente esistente in Italia fino al 1864, aveva dimostrato solennemente di rinunziare ai propri interessi rituali, pur di costituire con le forze scozzesi l’unità della Massoneria Italiana, che doveva esser augurio ed esempio per la unificazione della Patria.
La proclamata libertà dei Riti e la loro federazione nella Comunione Italiana sotto il governo del Gr. Oriente, poneva però la Mass. Italiana in una situazione del tutto speciale di fronte alle altre Comunioni.Infatti come ho già accennato, la quasi totalità dei Liberi Muratori del mondo (circa l’83%, secondo le statistiche ufficiali) segue il sistema delle Landmarks, e cioè che le Logge dei primi tre gradi sono rette da un grande Maestro, nominato dai Maestri di Loggia, senza ingerenza alcuna di Riti, né di alti gradi, ritenuti espressione di ordine cavallereschi, religiosi e filosofici e che sostanzialmente non sono che sviluppi dei primi tre gradi.
In armonia a questi principii basilari infatti, in ogni Nazione i Liberi Muratori si raccolgono intorno ad una autorità centrale detta Gr. Loggia, che è la Assemblea generale dei delegati dei Maestri di Loggia. Le Gr. Logge, hanno sempre conferito, riconosciuto, amministrato e governato i soli tre gradi di APPRENDISTA ISCRITTO, COMPAGNO DELL’ARTE e MAESTRO MURATORE.I corpi ad alti gradi hanno dovunque riconosciuto questa prerogativa e si sono sempre astenuti dal far ciò che era di competenza delle Gr. Logge, sotto pena di espulsione dall’Ordine.
In Italia invece, secondo le Costituzioni del 1874, il Gr. Oriente, pur avendo formalmente il governo delle Logge dei primi tre gradi, risultava, nella sua composizione organica, come delegato dai Corpi Rituali.E questa anomala situazione, si ebbe in Italia fino al 1922. Tutto ciò in evidente antitesi con le disposizioni delle Landmarks, provocava, e non a torto, discussioni all’estero circa la regolarità della Costituzione Italiana, perché si comprendeva che il Gr. Oriente finiva per essere un’autorità apparente con poteri limitati sulle Logge.
E queste discussioni appassionarono maggiormente il mondo mass. quando nel 1908 avvenne in seno al Rito Scozz. un’altro scisma ad opera di SAVERIO FERA. Costui ebbe allora facile modo di dimostrare che la costituzione del Gr. Oriente d’Italia non era conforme alle tradizioni ed alle norme della Mass. Universale, che le Logge dei primi tre gradi erano sotto l’influenza dei Corpi Rituali e d’altro lato otteneva il riconoscimento del proprio Supremo Cons. al Congresso dei Supremi Consigli a Washington.
Lo scisma era davvero pericoloso, perché, oltre a non avere più il supremo Cons. della Comunione alcun riconoscimento estero, veniva ad essere investita in pieno la legittimità del Gr. Oriente.Se in quell’epoca la Sereniss. Gr. Loggia di Rito Simb. Italiano avesse preferito farsi guidare dai propri interessi rituali, come alcuni allora opinavano, avrebbe potuto, denunziando il patto di federazione col Supremo Cons. dei 33°, rimasto a Palazzo Giustiniani, staccarsi dalla Comunione It. ed essere subito riconosciuta da tutte le Potenze Mass. del Mondo, essendo l’unica Autorità, che, senza ingerenza di alti gradi, poteva tenere il governo delle Logge dalle quali attingeva direttamente la propria legittimità. E questa era infatti l’aspirazione di Saverio Fera, che allora non aveva ancora molte Logge a disposizione; egli lusingava ed incitava perché fosse adottata simile decisione, che avrebbe posto le Logge dipendenti dal Supremo Cons. di Palazzo Giustiniani nell’alternativa di rimanere escluse dalla Universale Massoneria o di mettersi all’obbedienza della Sereniss. Gr. Loggia di Rito Simb. It., ripudiando il Rito di provenienza.
Val la pena di rileggere la tavola che il 9 luglio 1908 la nostra Sereniss. Gr. Loggia riceveva dal Fera:”Ill.mo.·. Fr.·. Presidente della Sereniss.·. Gr.·. L.·. di Rito Simb.·. It.·. Or.·. di Roma.
Con l’animo addolorato, ma con la coscienza di compiere un dovere, invio anche a Voi, Ill.·. e Sereniss.·. Fr.·. copia del decreto 109, in data 8 corr. col quale è resa esecutiva l’unanime decisione presa dal Cons.·. 33° di dichiarare, per quanto riguarda il Rito Scozz.·., risolute le Costituzioni dell’Ordine e sciolto e considerato irregolare il G.·. Or.·..
Debbo però dichiararVi, a nome di tutto il supremo Cons. 33° che questo fatto non tende da parte nostra ad alterare in alcuna guisa i buoni rapporti di amicizia esistenti col Rito Simb.·. It.·. i quali anzi desideriamo vivamente di vedere rafforzati ed al punto di stringere accordi con Voi e la Sereniss.·. Gr.·. L.·. per una comune azione.
Ed in tal intesa, che mi sarà grato di vedere confermata da parte Vostra, Vi porgo, anche a nome di tutto il Supremo Con.·., il più cordiale tripl.·. frat.·. saluto
SAVERIO FERA 33° “
Nonostante questo, ed altri allettamenti il Rito Simb. ancora una volta, come già nel 1864, preferì sacrificare i propri interessi di espansione, pur di salvare la Comunione It. al governo della quale aveva contribuito con i suoi figli migliori. E rimase fermo al suo posto facendo opera di solidarietà col Supremo Cons. rimasto fedele al Gr. Oriente.
Dopo la guerra 1915-1918 la quistione della costituzione giuridica del Gr. Oriente si rese ancora più stridente nel mondo mass. (aggravato dal continuo disconoscimento del Supremo Cons. di Palazzo Giustiniani) per cui il Rito Simb. It. proclamò la necessità che, per salvare il Gr. Oriente fosse indispensabile che i Corpi rituali di entrambi i Riti avessero rinunziato ai privilegi ed alle prerogative sulle Logge dei primi tre gradi.
Spiegabili resistenze furono alla fine superate e la Serenissima Gr. Loggia rinunciò ai privilegi sulle cento Logge dipendenti, così come fece il Supremo Cons. 33°.
Chi come me, ebbe la ventura di prendere parte alla riunione della Sereniss. Gr. Loggia ed all’Assemblea del maggio 1920, non potrà dimenticare l’entusiasmo dei Fratelli Simb. di tutta Italia i quali vedevano finalmente la Comunione avviarsi verso una regolare sistemazione, nella quale le Logge dipendevano esclusivamente dall’autorità del Gr. Oriente senza alcuna interferenza.
Andavano così in vigore il 18 dicembre 1922 le COSTITUZIONI GENERALI APPROVATE NELL’ASSEMBLEA del 9 e 10 maggio 1920 e che vigono tuttora.
La Massoneria Italiana rientrava così nella normalità. Per le nuove Costituzioni, le Logge dei primi tre gradi sono alla diretta, esclusiva dipendenza disciplinare ed amministrativa del Gr. Oriente, che potrebbe invece chiamarsi Gr. Loggia (se non vi fossero motivi d’ordine sentimentale e storico, che consigliano di lasciare la vecchia denominazione*) in quanto essa rappresenta ed e l’espressione diretta di tutte le Logge azzurre.
La Massoneria It. rientrava così tutta nello spirito delle Landmarks e nelle tradizioni del nostro Rito; e veniva sepolta la spinosa quistione del riconoscimento delle altre Potenze Mass. le quali, felici che alcun ostacolo d’indole, costituzionale si frapponesse, si affrettarono a stabilire normali relazioni col Gr. Oriente d’Italia, le cui luminose tradizioni erano ben conosciute ed apprezzate da tutto il mondo massonico. Ed il nostro DOMIZIO TORRIGIANI, prima di cader vittima, quale rappresentante della Massoneria, della feroce reazione fascista, ebbe la meritata soddisfazione di intervenire nel 1923 al Congresso Internazionale Massonico di Ginevra, apprezzato ed applaudito rappresentante delle Logge azzurre d’Italia.
Prima del 1930 il Rito Simb. It. aveva alla base le Logge; poi le Logge Regionali; al vertice la Sereniss. Gr. Loggia. Ciascuna Loggia, in Camera di Apprendista, inviava alla L. Reg. che normalmente aveva competenza per le questioni rituali e politiche, i propri rappresentanti per la Sereniss. Gr. Loggia la quale pertanto veniva ad esser formata da membri provenienti per elezione dalle Logge.
Sottratte nel 1922 le Logge alle dipendenze degli Organismi rituali, il Rito ha dovuto rivedere la propria costituzione organica per creare la nuova base della gerarchia rituale, senza modificare l’essenza della organizzazione. Fu creato in tal modo il Collegio dei Maestri Architetti, al quale possono aderire i Fratelli Massoni delle Logge azzurre. In questo Collegio praticamente si riuniscono i Fratelli, aderenti al Rito Simb. It. i quali si occupano di quistioni rituali. Il Collegio elegge i rappresentanti per la L. Regionale (uno per cinque Maestri iscritti). La L. Reg. designa i propri rappresentanti alla Sereniss. G. Loggia.
Simile organizzazione riconfermò le caratteristiche del Rito e cioè elettività dei membri componenti le Camere Superiori.
Ho parlato delle origini, della storia e dell’ordinamento rituale del Rito Simb. Italiano quale esso fu e quale è oggi nella Comunione italiana.
Si sarà ben compreso che le caratteristiche di esso si concretano:
1° nella limitazione dei gradi al numero di tre, servendo essi da soli a tutto il simbolismo mass. che si perfeziona nel grado di Maestro;
2° nella eliggibilità di tutti i Fratelli Maestri della base a componenti delle Camere rituali, necessarie all’attività dell’organizzazione.
3° temporaneità della permanenza di tutti i Fratelli nelle Camere rituali.
Il Rito Simb. Italiano, limitando i gradi ai tre simbolici, ha voluto richiamarsi a quella che era la Massoneria primitiva ed aderire al comandamento delle Landmarks.
Ebbene se si legge la 2° Landmark si troverà: ” La divisione della Corporazione è in tre gradi”; se si legge la 4° si apprenderà che ” la Corporazione è governata da un Grande Maestro” e la 12°, ” la Gr. Loggia è l’Assemblea dei rappresentanti di tutti i Maestri Massoni”.
Or proprio questa è l’organizzazione del Rito Simbolico Italiano.
Nel Rito Simb. Italiano l’adesione al Collegio dei MM. Architetti non è iniziazione ad un grado superiore, ma semplice adesione volontaria al Rito da parte del Maestro della Loggia. Tutte le Camere Rituali (Logge Reg. e Gr. Loggia) non rispondono ad un bisogno di una superiore perfezione massonica. I componenti di esse rimangono Maestri, ai quali è temporaneamente affidata, con la carica, la speciale funzione di integrazione, di preparazione e di direzione necessaria per la vita del Rito. Ma la scelta di questi Fratelli si opera dal basso e cioè dalla massa dei Maestri, riunitasi nel Collegio dei MM. Architetti, con forma essenzialmente democratica.
Quella del Rito Scozzese e questa son due concezioni di struttura che diversificano fra loro, ma che possono ben coesistere nella Comunione Italiana, come è stato da più di ottant’anni.
Un illustre e dotto Fratello di Rito Scozz. TEOFILO GAY, applicava felicemente al suo Rito la figura della Piramide; un altro illustre Fratello di Rito Simb., PIRRO APORTI, che ne ebbe anche la direzione dal 1879 al 1885, applicava al Rito Simb. la figura dell’obelisco e diceva:
“Nelle due costruzioni il sistema architettonico deve differire per obbedire alle esigenze della statica, essendo diverso lo spazio che occupano alla base, non diversa l’altezza a cui mirano.
La piramide scozzese per l’estesa fondazione dei suoi gradi inferiori si presta a ricevere in fabbrica parti anche informi e meno consistenti: a tempo e luogo una mano maestra, un occhio veggente, verrà a scegliere fra quelle pietre le migliori per costruire uno sull’altro i gradi superiori, restringenti la loro quadratura finché si raggiunga il vertice.
L’Obelisco Simbolico per contrario, occupando brevissimo spazio alla base, esige dai suoi costruttori la massima oculatezza nella scelta del materiale, giacché non può ammettere che nelle sue anguste fondazioni vi siano pietre che si sgretolino o male aderiscano; così è forza, per raggiungere la desiderata altezza, che i suoi tre gradi siano più slanciati ed elevati di quelli più numerosi che costituiscono la piramide”.
Con queste parole il Fratello Aporti tendeva a chiarire, diremo così visualmente la differenza fra i Riti.
Io penso ed affermo che gli edifici della Massoneria, siano.piramidi o obelischi, non debbano ripetere lustro e solidità dalla forma architettonica adottata, ma dalla coordinata energia delle volontà individuali, agitate dal sentimento del dovere, della fede nei principii, dalla chiarezza degli scopi.
A rinvigorire questo solo e vero elemento di vita massonica gioverà sopratutto che il massone si proponga di essere uomo superiore agli altri uomini, che egli deve tendere a migliorare con la parola e con l’esempio.
La FEDE – questo è il principale; tutto il resto: forma e metodo, con cui si estrinseca la fede, è accessorio.
(*) Ormai le denominazioni sono ambedue usate (n. d. r.).