IL SIMBOLO

simbolo-01Nella preistoria umana i primati usavano il simbolo come metodo di comunicazione, di presentazione e interpretazione di desideri, comandi o espressione di volontà. Rappresentato da un oggetto, da un’idea, da essere umano o animale, in zona geografica o astro siderale diverse, diventa mezzo per narrare eventi ordinari e straordinari: vedi la scrittura, graffiti e geroglifici. Per molte discipline scientifiche e culturali, è usato per comunicare, superando gli ostacoli della diversità procurati dai diversi idiomi. Con il trascorrere del tempo si muta e si codifica in un sistema personale per avere un aiuto, un mezzo, per la ricerca dell'”altrove”, per schiarire il mistero dell’intimità.

E’ identificato come il mezzo utile per la ricerca religiosa e spirituale, una “direzione”, una speculazione armonizzante per un fine comune a chi ricerca “l’assoluto”.

Con questa intenzione il Massone usa il Simbolo, che nella sua non manifestazione e di non condizionamento del pensiero, lo considera una delle meraviglie nell’interpretazione poiché non esprime dogma, e nelle varie sfaccettature interpretative trova, scopre, un messaggio di una doppia identità umana: l’ordinaria, visibile e materiale e l’entità spirituale invisibile e introspettiva.

Una cosa è certa: al simbolo si danno collegamenti o presentimenti soggettivi e personali, che creano uno stato d’essere e di vivere. E’ un sistema di connessioni, che accentuano la sacralità, la religiosità, il non quotidiano e il temporale, che a volte, non facendo assolvere o impedendo una precisa posizione d’intenti, si rendono pericolosi tanto da rasentare la superstizione.

Il simbolo è uno strumento usato dall’uomo, e nel nostro caso dal massone, come “punto segreto” per elaborare significati esoterici delle nascoste energie intellettive, nell’interpretazione dei “centro umano”, dell’Io nascosto. Esso sprigiona una forza “silenziosa” che modella il pensiero, sollecita il meccanismo della “passione”, aiuta il percorso ideologico e sentimentale verso il “centro umano”, l’Io dell’inconscio.

E’ il percorso verso la verità, verso la vera conoscenza, ma è necessario, oltre che utile, la “tecnica d’interpretazione” simbolica per riconoscere la chiave di volta per “leggere” i multiformi messaggi trasmessi dal sociale e dall’esperienza quotidiana. A volte sono considerati irrazionali

e misteriosi, incomprensibili e senza una chiara decifrazione, ma in ogni caso, sollecitano un’affinità, intellettuale per decifrare il “mistero” delle nostre intime reazioni sentimentali, spesso trovando anche soddisfacenti risposte.

Fortunatamente il Massone ha questa possibilità di poter “manipolare”, in senso corretto, il Simbolo in un processo di creatività e di comprensione, che non solo valorizza la mente, ma aiuta a sgombrare le “sensazioni infernali”, prodotti spinosi della società umana.

studi157[1]Nel caso specifico, gli viene in aiuto l’interpretazione più confacente della simbologia, che non avendo uno preciso e chiaro collocamento nel conoscitivo, si può adoperare come strumento d’invenzione per “provocare” il flusso del divenire interiore.

Per compiere questi viaggi rituali, si ha bisogno di riconoscere la “chiave di volta “, la “tecnica” esplorativa, da adoperare per estrarre le sensazioni, i significati esoterici del simbolo. Tutto ciò serve per speculare sulle forme, sui profili, sulle asperità, tanto da sollecitare la fantasia, l’immaginazione per arrivare alla “verità interiore”, a quella verità individuale utile per l’eliminazione dei caos, prodotto dalle cause reali e profani, e riuscire a conoscere la spiritualità del sacro, e discernere il “passivo” e l'”attivo” a favore della chiarezza delle idee.

Quantè che si considera “passiva” l’interpretazione simbolica? Quando nella posizione temporale d’oggettivi ma banali significati del profano, si manifesta uno spazio vuoto, pieno d’angosce e d’inspiegabili interrogativi, che mortificano sia i sensi e sia la mente stessa, che crea limiti congetturali del pensiero.

Si riconosce la positività del simbolo quando si percepisce quella forza silenziosa, che efficaciamente sollecita il meccanismo della “passione”, “modellazione” dell’idea, non come “registratore” o vuo

ta ritualità, ma com’essenza identificatrice di cultura e sensibilità interiore, come forza al libero pensiero dell’autocoscienza.

Se per il profano contano le parole per comunicare con gli altri suoi simili, il simbolismo dei segni è il modo di comunicare degli iniziati, i quali rifuggono da qualsiasi argomentazione speciosa e senza convincere alcuno. Infatti, l’individualità del simbolo è esclusivamente il modo di trovare se stessi, conquistarsi quella solitudine, la sola utile a raggiungere il proprio microcosmo: partire dal nulla per godere la gioia di essere!

Sono sì, sistemi non convenzionali, ma usati tecnicamente con una lettura, in qualsiasi linguaggio e con la massima sintesi d’indagine introspettiva. E’ un sistema di lavoro, la sorgente di forza del pensiero libero, dell’autoconoscenza, l’individualità intellettiva efficace per “governare” la competività sociale e le sue regole morali e spirituali. E’ un aiuto per illuminare la “caverna” platonica, distinguere nettamente le tremolanti forme, riuscendo a non farsi “abbagliare” dalla luce profana.

Da tutto ciò forse, deriva il famoso “segreto massonico”. Non c’è adesso lo spazio e il tempo, nell’elucubrare sull’argomento, ma si può sintetizzare almeno da che cosa può essere prodotto. Non è difficile individuare le manifestazioni e le inquietitudini che ha suscitato, e suscita tuttora, il mistero massonico?

Religioni, poteri politici e temporali, maliziosamente e mistificante vi hanno voluto vedere qualche cosa di malefico, un sistema culturale diverso che ha creato pregiudizi denigratori e a volte anche eliminando fisicamente il Massone che non voleva rivelarlo: invece, sappiamo che non si è nella possibilità di rivelarlo ad altri!

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 In realtà, è mia ipotesi: il segreto massonico è un non segreto.

Sembra un pasticcio di parole, ma come si fa ad esternare, riuscire a spiegare al prossimo le sensazioni che si formano nell’analizzare le forme, le linee di un triangolo, di un quadrato o del pavimento bianco e nero o la tecnica adottata per speculare sugli strumenti presenti nel Tempio? Noi sappiamo benissimo che con il loro uso appropriato, ci consentono di perfezionare lo stato d’Essere, di uscire dalle tenebre interiori, dal mescolamento della corruzione o del peccato profano. Non è un segreto da poter svelare, perché non ci sono parole per esprimere, un insieme di sentimenti, di procedimenti di ricerca, anche se mettiamo in atto tutto la benevolenza possibile, non si riuscirà mai a proiettare all’esterno il proprio io in coscio. Non perché si vuole che rimanga un segreto intimo e personale, da non far conoscere agli altri, ma semplicemente perché trasmette e identifica verità interiori, che non si possono manifestare con la parola. Spiegare la segreta e misteriosa sapienza che si conquista con l’operosa ricreazione del proprio microcosmo, il contributo che si ricava dal dialogo interno dell’anima con se stessi, che modifica la propria sensibilità, il proprio intelletto, il pensare più duttile ed elastico degli avvenimenti esteriori, come si possono spiegare? Protendere un “segreto esoterico”, come poterlo tradurre s’è ineffabile, che non esiste un codice di linguaggio che può spiegare il perché non si possono reprimere o permettere, delimitare o incoraggiare, pianificare o interdire comportamenti individuali? Come si può spiegare le sensazioni che producono l’analisi delle forme, delle linee, dei tracciati più semplici all’esoterico?

Quell’Arte magica con la quale si riesce a “costruire”, anche nel Caos prodotto dalla mente profana, eliminando ogni sporgenza psicologica e conquistarsi la tanta ricercata libertà?

Il segreto, se segreto può essere, è quello di riuscire a manipolare, ad avvicinare alla realtà una dimensione virtuale. Nel tracciare un quadrato, simbolo che abbiniamo ai sensi, cui lati corrispondono al quaternario degli Elementi della natura: terra, acqua, aria e fuoco, riuscendo a farlo diventare un quadrato perfetto, si giunge a formare una Pietra cubica, prodotto appartenente al compimento di lavoro per la realizzazione dell’individuo ben equilibrato, pienamente padrone di sé e in sintonia de proprio spirito. Nel riuscire, simbolicamente, a trasformarsi in un cubo perfetto, con gli spigoli tutti di uguale lunghezza e con le facce che formano angoli retti perfetti, ci si può considerare pietre viventi da edificare sul muro dei Tempio, unitamente agli altri iniziati.

Non ho la pretesa di fornire la chiave di tutte le interpretazioni del simbolo, perché ognuno di noi può avere una chiave diversa per pensare, scoprire un significato, avere una sensazione interpretativa, ma una cosa è certa: l’uso del simbolo risveglia le sonnolenti idee dentro di noi, nel nostro intelletto.

Perché il simbolo possa suscitare una ricerca di verità, è necessario che in noi esista la volontà di far germogliare le idee con interpretazioni, che giustificano la logica della realtà. Tenendo conto che la conoscenza, la scoperta, dell’esoterico messaggio che ci comunica il simbolo, si può conseguire esclusivamente con la meditazione, rientrando in se stessi e non cercando di scoprirla o cercarla fuori di sé.

I simboli non sono rivolti a tutti e specie a chi ha l’abitudine di formule dogmatiche o scientifiche. Non si può innalzare pietre su pietre, un edificio composto di spiriti vuoti, inerti o sterili. La gran differenza esistente fra il simbolo e il dogma sta proprio in questa interpretazione: il dogma non è altro che lo strumento di una disciplina intellettuale rigida ed assoluta, come la intendono le chiese, le sette, le dittature. Il simbolo invece favorisce l’indipendenza intellettuale nello svelare i misteri e guadagnarsi la libertà individuale e intellettiva, per sottrarsi dalla schiavitù delle parole e delle formule statiche della società profana: è un mezzo per raggiungere la “solitudine individuale”, prodotto per attivare l’indipendenza del giudizio, la libertà del pensiero, l’obiettività dell’analisi.

La principale motivazione, che si ricava nell’usare il simbolo nell’esoterica ricerca massonica è quella di riuscire a riscoprire le capacità d’identificarsi con la natura, di condividere i valori di solidarietà e di abbattere le ansie e le insicurezze che giornalmente ci propina la società profana.

Ettore Coscarella