CHE LA SAPIENZA ILLUMINI I NOSTRI LAVORI, CHE LA BELLEZZA LI IRRADI E LI COMPIA, CHE LAFORZA LI RENDA SALDI – Riflessioni

Noi, Liberi Muratori Maestri Architetti, che viviamo la nostra vita quotidiana senza clamori e senza guadagnare notorietà, ci ritroviamo per studiare e perfezionare l’armonia architettonica del Tempio, per rafforzare la nostra volontà, per affinare le nostre capacità, attraverso la costante ricerca della verità e per organizzare la nostra esistenza in modo da contribuire al perfezionamento di quell’opera d’arte che è la vita dell’intera umanità.

La parola semplice della Tradizione è, ad un tempo, commovente e pregnante di saggezza.

La nostra elevazione non può, infatti, avvenire se non moltiplicando le virtù e le qualità positive, diminuendo ed eliminando, nel contempo, i difetti ed i vizi, le qualità negative, le nostre antitesi.

Affinché ciò si verifichi, occorre che il Tempio, dove si svolgono i lavori architettonici, sia reso sano dal nostro impegno di serietà, dalla nostra profonda volontà e determinazione di lasciare al di fuori i metalli, al pari del nostro desiderio di rinnegare il futile, il profano, il provvisorio, il particolare, per dedicarci totalmente al nostro perfezionamento interiore come contributo all’elevazione universale dell’umanità e dei suoi valori più nobili.

Sono le nostre pure e rette intuizioni che rendono sacro il luogo dei nostri lavori ; è l’amore che rende possibile la nostra libertà, la nostra fratellanza.

Tutto obbedisce all’amore ed esso a nulla obbedisce se non allo spirito di fratellanza che lega l’un l’altro i fratelli.

Dall’amore fraterno nasce la tolleranza attiva, l’accettazione del pluralismo delle fedi, delle razze, il donarsi al nostro simile e, nel particolare, di fatti, direi più vicini alla nostra profanità, al nostro vivere quotidiano, che, purtroppo, ci coinvolgono é che spesso e volentieri ci producono amarezza. E’ l’amore (dei fratelli) che ci permette di superarli  è l’amore (dei fratelli) che ci permette di riacquistare quell’equilibrio che, a dispetto del grembiule, perdiamo, a volte, troppo facilmente. Dall’amore fraterno nasce l’armonia del tempio che consente, ad ognuno, di sentirsi tra uomini liberi e di buoni costumi, che eg1i ama e dai quali sa di essere riamato, che egli capisce è dai quali

sa di essere capito.

E’ per quest’ultima certezza che ognuno di noi entra nel Tempio disarmato ed assolutamente disponibile perché nulla può temere dai fratelli.

E’ nel lavoro del Tempio che il Fratello Architetto accumula l’energia sufficiente a superare gli ostacoli, le difficoltà quotidiane, le amarezze, le chiacchiere, ad avere, sempre, un pensiero ed un’iniziativa buoni per ogni uomo ed a maggior ragione, anche, per i fratelli, nonostante taluni loro comportamenti abbiano comportato delusioni ed amarezze, per vivere i suoi giorni in serenità ed armonia; per far ricredere con il suo comportamento chi, a torto, l’ha giudicato capace di cose che non ha compiuto, che l’hanno ferito, nel suo intimo, che non fanno parte della sfera dei suoi comportamenti, improntati, solo ed esclusivamente, a buona fede, presupposto fondamentale nella vita e nel comportamento di ogni fratello.

Chi vive la vita del tempio con serena e coerente partecipazione, sa che può guardare negli occhi il suo prossimo senz’ arrossire e può specchiarsi ogni giorno, senza provare turbamento, poiché ha attinto, dal tempio, la più grande ricchezza che gli uomini possano desiderare: il rispetto di sé stessi.

E’ la forza del Rituale che non solo è ciò che segna la nostra appartenenza, ma che ci fa, anche, seguaci della Luce.

Senza il Rituale non esisteremmo; ogni nostra manifestazione ed agire sarebbero privi di quella linfa vitale che ci ricrea in continuazione; i nostri strumenti di lavoro, le nostre insegne non avrebbero alcun significato e la parola sarebbe al vento.

Seguendo il Rituale ed il continuo studio dei simboli che ci appartengono, possiamo esprimere ed interpretare i principi, gli ideali, le aspirazioni, le idee, i propositi della nostra esistenza di iniziati e diventare uomini di volontà e non essere più, solo, uomini di desiderio.

Questo stato di grazia contribuisce a farci scoprire le bellezze del mondo attraverso l’emozione, l’immaginazione, l’osservazione, la sperimentazione, la riflessione, la comprensione, l’azione, a  potenziare l’intuizione, la creatività e la razionalità che consentono all’uomo di capire e  comunicare; a sviluppare il senso morale e dei valori, cioè la ricerca della verità, dell’integrità, dell’umiltà e della responsabilità di ognuno di noi nei confronti del prossimo e delle generazioni future; a condividere tesori del sapere con tutte le genti, come richiesto dalla giustizia e dal senso d’equità; ad essere consapevoli dell’interdipendenza dell’umanità dall’ambiente e dall’universo; a mettere in grado tutti di contribuire alla soluzione dei gravi problemi che il genere umano ha di fronte a sé (povertà, alimentazione, energia, ambiente, dignità); ad interiorizzare il progresso della scienza nella creazione di una visione del mondo.

Per noi, Fratelli Maestri Architetti, lavorare per un mondo migliore è un imperativo categorico e significa vivere ogni attimo della nostra vita nella pienezza dell’iniziazione.

Nella grande confusione di oggi noi abbiamo il privilegio di poterci rivolgere ad Oriente, di sapere che cosa, ciò, significhi; un Segreto che ai non iniziati non è dato comprendere.

Spesso e volentieri, però, trascuriamo la cura delle qualificazioni, site in noi, che sono il presupposto dell’appartenenza ad un mondo armonico.

Colpa del consumismo imperante, dell’effimero, dell’incapacità e non abitudine al sacrificio e al dialogo, dell’egoismo?

…..Ad ognuno di noi la riflessione, la risposta………

Giovanni Cecconi

Serenissimo Presidente  del R.S.I.