LA FELICITA’ – Riflessioni

Tutti cercano la felicità, eppure tutti sono, chi più o chi meno, infelici, perché non c’è nessuna chiara visione della natura della felicità, che risulti da uno studio accurato e rigorosamente scientifico, oltreché profondamente psicologico di noi stessi.

La felicità è uno stato della nostra coscienza , che scaturisce dalla profondità del nostro Essere reale, del nostro vero sé, che si raggiunge per mezzo della meditazione introspettiva.

Potremmo definire la felicità come  …la Bella  Signora..che evita di mostrarsi, dimostrandoci il fatto ovvio che tutti coloro i quali la cercano in cose o in persone, o in divinità a loro esterne, approdano nella tristezza.

La felicità non consiste nel possedere cose, in oggetti di piacere o gioie che vengano dal di fuori, bensì nell’essere il nostro vero Essere;  il suo segreto non è nell’avere, ma nell’essere, veramente noi stessi.

I piaceri dei sensi, fuggevoli e momentanei come sono naufragano nel dolore e nei dispiaceri; essi sono evanescenti, privi di contenuto, mentre i dolori e le pene che essi provocano durano a lungo.

Solo l’uomo che si trova ai livelli più bassi della vita materiale cerca gioia nei godimenti materiali; gioia che, spesso, presto o tardi, diventa disillusione, malessere, annebbiamento dell’intelligenza, indebolimento della volontà, morte incombente e rinascita tristissima perché costa tante sofferenze.

L’uomo ascende la scala della felicità, verso la beatitudine al livello d’evoluzione mentale nella quale si trova e, come l’uomo “normale” trova gioia nei piaceri del bel vivere, così quello rinato  cerca gioia nei valori nei valori più alti della vita e si eleva verso le superiori dimensioni dello Spirito

In questo itinerario, in questa avventura, alla quale l’uomo va incontro, unendosi con il Principio, occorre far uso della meditazione introspettiva, dell’autoanalisi, della fiducia in se stessi e ne Logos interiore che illumina ogni uomo e, giammai, nelle autorità esteriori, preti, chiese, incarnazioni divine e sacre scritture, che possono essere soltanto indicazioni capaci di confermare la nostra esperienza divina.

L’onore, la fama e la reputazione che cercano gli uomini, nell’illusione di avere la felicità sono illusori; anche quando questi “ metalli” giungono senza essere richiesti, l’uomo rinato non ne viene toccato e la bellezza ingannatrice della gloria non lo altera, perché è ben consapevole che le stesse sono cose che si trovano nella mente degli altri, mentre la felicità è intrinseca all’individuo ed al suo stato interiore..

La felicità è il fiore che sboccia, è il frutto che matura, quello della “ Tua sintonia con l’Infinito che già e dentro di te, che è il tuo Sé più profondo e la tua realtà interiore”.

 

Il Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano

M.A. Giovanni Cecconi