L’UOMO – Riflessioni

Il mondo della manifestazione è composto dall’armonia, formata da quella meravigliosa miscela ricavata da tutti i suoi componenti e tutte le nostre attività dovrebbero incominciare, quindi, innalzando il nostro cuore a quello dell’universo.

L’uomo, questo pezzo d’argilla che vive con il soffio del suo Principio e che, dopo quest’ultimo è l’essere più importante dell’universo.

Esso è sempre stato alla ricerca dell’armonia e del vero significato dell’amore e, per questo, utilizza le due grandi qualità che ha in sè; l’intuizione e la ragione che, assieme, formano l’intelletto.

L’uomo si manifesta ed opera attraverso la sua azione (la scienza) e la religione (il suo senso religioso) e solo una completa interazione tra le due cose porterà alla continua trasformazione del mondo, poiché la religione, affermando il pensiero dell’uomo per riannetterlo al cielo, lo pone a norma ed intento supremo delle azioni umane e trasforma il mondo con esso (scientia sine coscientia nihil est)

Esso, quindi ha la funzione di mediatore tra cielo e terra ed interpreta l’universo, le ragioni eterne ed immutabili che lo governano e le sue infinite bellezze.

La rivelazione divina è, pertanto, la coscienza dell’uomo, nonché la via maestra per percorrere il cammino interiore, sul solco delle massime “Conosci te stesso “ed “Ama il prossimo tuo come te stesso”, sulle quali si basano le fondamenta del Rito Simbolico Italiano.

Il R.S.I., infatti, dà un grandissimo valore libero – muratorio nel non riconoscere alcun limite alla ricerca del Vero e ritiene che, dal punto di vista massonico, i sistemi etici, filosofici e politici non siano che delle manifestazioni e dei metodi differenti, ma, pur concorrenti ad uno stesso fine, della Legge universale, che presiede a tutte le sfere dell’esistenza.

Proprio, per questo motivo, esso lascia ai suoi membri ampia libertà d’azione nel mondo profano, secondo la loro coscienza, sul terreno religioso, filosofico e politico, senza dar loro alcuna parola d’ordine.

Del resto, la Libera Muratoria non è una religione ed essa è aperta a tutti gli uomini di buona volontà che, pur professando fedi religiose e filosofiche diverse sono disposti ad organizzare la propria esistenza al fine di contribuire al bene ed al progresso dell’umanità.

Per noi simbolici che meditiamo sulla tetraktys pitagorica non può esserci molteplicità, sul piano del divenire, se non ci fosse un Uno intellegibile, un Punto immobile e costante, che è la realtà ultima ed assoluta.

L’arte muratoria è una costruzione che esige un duplice lavoro: in primo luogo su se stessi, con l’erezione di un tempio di purezza nel proprio cuore e, quindi, una partecipazione alla costruzione della comunità, alla quale appartengono gli iniziati, realizzando così il Tempio dell’Umanità intera, intesa e vissuta come un’unica realtà.

Trasmutare il mondo, realizzando il Tempio del Grande Architetto dell’Universo è, indubbiamente, la missione del massone “costruttore”, ma è una costruzione, che non si realizza domani, che non ha tempo, né spazio in un oggi, perché presuppone la condivisione di una visione della vita, che comprende l’uomo nella sua totalità e non nella sua frammentarietà fenomenica e sensibile.

Secondo la Tradizione, che promana dal Principio – Uno, il problema fondamentale dell’uomo risiede nella conoscenza del proprio essere e nella certezza della propria compiutezza, che lo porta ad amare gli altri come se stesso e che considera parte della “sua totalità”, l’intero mondo della manifestazione.

In altre parole, guardiamo una quercia, una betulla: se ciascuna foglia dicesse io…io…io, verrebbe la conflittualità…; se le foglie invece vedessero il rapporto con il ramo “ecco io appartengo a quel ramo” ed i rami dicessero “io appartengo a quel tronco” ed il tronco dicesse “io appartengo a questa radice” e la radice dicesse “io appartengo alla madre terra”,…….scopriremmo che tutti siamo un’univa realtà.

Ma, noi possiamo scoprire questo solo se abbiamo avuto una visone non dico cosmica, ma introspettiva; soltanto con questa trasmutazione nel nostro cuore e nella nostra mente noi possiamo considerare un nuovo vivere, poiché le parole non contano più, conta la vita.

Spesso, però, nella quotidianità ci sentiamo diversi; se, anzichè professare il nostro credo noi lo vivessimo, vi sarebbe la capacità di trasformare ogni cellula della nostra vita.

Siamo disposti a vivere la nostra vita? Sei tu uomo disposto a vivere la tua vita o,  a professare, solo, certi principi?

Certo, tutte queste considerazioni, tutte queste intuizioni dovremmo approfondirle, ma costa fatica;..del resto siamo uomini; spesso non lo facciamo, perché ci troviamo imbrigliati ciascuno nel proprio guscio e nel proprio credo, prigionieri del nostro punto di vista.

Bisogna andare oltre; è una ricerca intrepida ma va iniziata, non per imposizione esterna, ma per effetto di una nostra evoluzione, poiché, in noi, esistono le qualificazioni per percorrere questa via.

A volte siamo convinti che la violenza e le dicotomie si vincano con la violenza e le dicotomia, ma esse si vincono con l’amore!

Ebbene, se  vogliamo raggiungere, sul serio, lo scopo vero della nostra vita è, per noi, giunta l’ora di abbattere i recinti, di buttare via i campanilismi, che abbiamo creato attorno a noi; bisogna andare oltre, perché, altrimenti sono solo parole.

Tu uomo sei essenzialmente scintilla divina; tu uomo sei figlio del Principio; hai la capacità di approfondire tutto questo? Amerai il tuo Prossimo tuo come te stesso, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua forza?

Tu ha fatto tutto ed hai terminato il tuo errare terrestre, lo scopo per cui sei sulla terra; tu hai colpito il bersaglio.

Allora, vedremo che tutte le dicotomie, tutte le distinzioni e tutta le conflittualità che abbiamo creato tra uomini e uomini, tra razze e razze, tra etnie ed etnie, tra religione e religione non hanno alcun significato.

In una convivenza ordinata e feconda, l’uomo va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona e quindi, soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono, immediatamente e simultaneamente, dalla sua stessa natura.

Allora, ancora una volta dobbiamo porci la domanda: che cos’è l’uomo, perché in questi diritti  inalienabili si riflettono le esigenze obiettive ed i valori imprescindibili di una legge morale che illumina l’esistenza umana e rende possibile il dialogo.

Giovanni Cecconi

Serenissimo Presidente del

Rito Simbolico Italiano