Mai una località diversa da quella prescelta dai FF.lli Simbolici Siciliani per la Gran Loggia del Rito Simbolico Italiano del 2013 avrebbe potuto meglio rendere l’idea di un momento così pregnante come quello vissuto i quei giorni.
L’atmosfera respirata a Marsala ha ridato vigore a quegli ideali di fratellanza, libertà e benevolenza, che quella terra ha vissuto, in prima persona, durante il Risorgimento.
Il garibaldinismo, a Marsala si respira a pieni polmoni e la città vive quotidianamente, l’afflato nella sua vera essenza; è un modo d’essere che non dipende da nessuna specifica ragione, se non dall’amore che alberga in ognuno di noi, ma che si manifesta solo solo se facciamo appello a tutte le nostre forze interiori, per essere veramente uomini ” Noi amiamo la vita, ma siamo disposti a donarla per le generazioni a venire”, così pensavano gli eroi che fecero il Risorgimento; a Marsala si sono ritrovati non stranieri o forestieri, ma uomini uniti da un senso vero di rispetto, di libertà e di fratellanza; da un senso d’amore, il meglio degli ideali che il Risorgimento ci ha trasmesso.
In questo clima si sono svolti i lavori della Gran Loggia di Rito Simbolico Italiano e le nostre riflessioni hanno avuto come logico e naturale riferimento l’ uomo, i suoi simili, la sua permanente ricerca dell’infinito e il processo che esso compie autoperfezionandosi, a livello biologico, culturale, intellettivo, morale, sociale e spitrituale.
La ricerca dell’ infinito è un’antica facoltà dell’uomo e la comprensione di questa dinamica è la sapienza iniziatica; il soggetto che si avvia in questo percorso non intende la ricerca, come un qualcosa di meccanicistico e personalistico, ma come una dinamica che lo vede protagonista e guida dello stesso processo, orientadolo verso obiettivi di crescita spirituale sempre più elevati, in simbiosi con l’intero mondo della manifestazione che si riflettono, poi, nella vita quotidiana di chi la compie.
Essere uomo vuol dire avere una profonda umanità, essere generoso e semplice, saper trarre profitto anche nei momenti bui contenersi quando si viaggia con il ” vento in poppa “; in una parola essere coerente col tuo essere uomo di costruttore del finito nell’infinito e cittadino del mondo.
Tutti noi abbiamo ripercorso questo processo nel chiuso del Tempio, per vivere l’eterno presente da iniziati, con l’illuminarsi della nostra coscienza, dando spazio al verbo che è strutturato nella nostra mente e che non si trova in nessuna delle altre forme di vita dell’universo, essendo l’uomo, l’unico essere visibile che ha la coscienza di sè, della vita, della morte, del bene e del male, consapevoli che la specie umana è una grande catena, con la conseguenza che tutti gli uomini sono ugali perchè portatori del medesimo patrimonio spirituale.
Appartenere alla stessa specie, vivificata dal soffio divino determina un vincolo, una solidarietà naturale tra gli uomini sotto il segno dello spirito che, nel vivere quotidiano, evolve in fratellanza universale.
Rivelazione divina e crescita umana coincidono, perciò il lavoro muratorio è fatto dal massone per il bene dell’umanità ed alla gloria del Grande Architetto dell’Universo; da ciò, ovviamente, consegue anche l’alto valore morale dell’essere uomo e la sua elevata dignità e quindi la proibizione di ogni forma di sfruttamento e di dominio dell’uomo sull’uomo.
Ognuno di noi deve impegnarsi a ricercare, attraverso il cammino iniziatico, la piena consapevolezza di sè e vivere secondo natura, come fratelli, perchè nati dal medesimo principio.
Il divino che è in noi è una realtà che vibra e vive, che deve essere sperimentata da ciascuno, per proprio conto; è una rivelazione interiore, un’illuminazione; è il risveglio di una facoltà che possediamo fin dalla nascita, ma che si attiva solo quando la coscienza è pura, “il nostro fanciullino”.
Noi, costruttori del finito nell’infinito, cittadini del mondo, oggi viviamo in una realtà piena di contraddizioni che minano la serenità di tutti; forse si sta smarrendo il senso vero dell’esistenza; impegnamoci, allora, per abbattere il pregiudizio della diffidenza, aprendo il ns. cuore all’amore, alla semplicità, al sorriso, a quella religione civile che fu la fede dei nostri padri, come compimento di un percorso interiore dell’uomo.
Solo così, operando tutti assieme potremo creare quella cultura della pace, del rispetto reciproco e della benevolenza che devono albergare in noi, in un afflato di affratellamento vero, nel quale tutti gli uomini, come in un’amplissima catena d’unione si soccorrono, si capiscono, si sopportano…e..si amano.”
Per questo obiettivo siamo tutti impegnati, in quanto uomini.
Uniamoci, pertanto, in nome del Grande Architetto dell’Universo e dell’Uomo e, abbracciandoci, operiamo per il bene comune.
Fr.M.A. Giovanni Cecconi
Ser. Presidente del Rito Simbolico Italiano