L’argomento è la Simbologia della Natura. Pertanto mi avvarrò di un simbolo molto importante, per individuare alcune analogie, che mi permetteranno di trovare le medesime corrispondenze: ad esempio nel sistema solare, nelle cellule del corpo umano, nell’uovo e nei frutti, per citarne alcuni.
Questo simbolo è il cerchio con il punto centrale, simbolo del Sole, il quale rappresenta, nel nostro sistema solare, lo Spirito che tutto pervade. Il cerchio è ciò che delimita il sistema solare ed evita la dispersione dell’energia. Le correnti che circolano tra il centro e la periferia rappresentano la parte attiva che mantiene l’armonia del tutto ed è rappresentata dai pianeti che ruotano attorno al Sole.
Nella cellula il nucleo centrale si può paragonare al Sole, il citoplasma ai pianeti, la membrana cellulare ai limiti del sistema solare. Stessa cosa nell’uovo con il tuorlo, l’albume e il guscio o la frutta con il seme, la polpa e la buccia.
Soffermandosi sul simbolo del seme, cos’è che lo attiva? E’ un atto di volontà esterno, un’aspettativa che crea un “quantum” di energia che dà avvio al processo. Il seme è latente. L’impulso che fa partire il processo è la volontà del Creatore. E’ il nostro Spirito che attiva il Dna del seme per far partire il processo di generazione, che però non potendo esistere nel vuoto, ha bisogno di acqua, di nutrimento per poter trasformarsi e generare una nuova vita in questo nostro mondo polare.
Il nucleo centrale rappresenta quindi lo Spirito immortale, la parte attiva, l’anima, mentre il confine esterno, il fisico.
Dall’interazione di queste 3 energie si manifesta la vita così come la conosciamo.
Il cerchio col punto – il più elementare dei mandala – rappresentano il cammino dell’Uomo dal centro alla periferia dell’Essere e ritorno,. Il viaggio dell’Uomo che vive le sue esperienze per poi ritornare al centro, per ri-accumulare energia sufficiente a manifestarsi nuovamente come Essere Umano e ripercorrere ancora, più e più volte la strada verso la periferia, versi i limiti dell’Universo. Quando ci troviamo – neonati – al centro , al punto di partenza non sappiamo quanto distante sarà il perimetro, il confine che siamo venuti a raggiungere, nè quanto arduo sarà il cammino per raggiungere la periferia dell’essere dove possiamo percepire la vastità del creato. Solo dopo aver sperimentato il nostro personale limite e aver compreso e guarito ciò che ci ha ricondotto – ancora una volta – su questo piano dell’Esistenza, potremo interrompere la ruota delle incarnazioni, il Samsara, e ridivenire Uno.
L’obiettivo di questa tavola è anche quello di compiere insieme un balzo di consapevolezza per provare ad avere un barlume di comprensione per certi versi non verbalizzabile, di come potrebbe funzionare l’Universo e di come ci possiamo relazionare con esso per ricevere informazione e illuminazione.
Il Grande Architetto dell’ Universo come potremmo rappresentarelo, allora?, Come una Voce – il Logos – che per la prima ed ultima volta nel silenzio assordante del nulla, del non esistente, enuncia – canta, se vogliamo – degli algoritmi in sequenze concatenate attraverso i quali si manifesta e si espande l’esistente, e attraverso la densificazione di queste energie crea la dimensione spazio-temporale, che è però simultanea al processo primario e come tale l’emanazione e l’assorbimento rappresentano la stessa cosa. L’Eternità è quindi in permanente azione.
E se questa rappresentazione fosse quella giusta avremmo una spiegazione del perchè noi Umani provvisti di Anima e connessi allo nostro proprio Spirito, siamo assolutamente ed imprescindibilmente interconnessi con ogni forma di vita presente su questo piano della manifestazione. Ma non solo. Quando le nostre “antenne” spirituali si sono attivate, anche con tutte le molteplici forme di manifestazione dello Spirito nell’Essere dell’Universo intero.
Noi, siamo riflesso dell’intero Universo, ma per rifletterlo dobbiamo metterci in una condizione ricettiva, diventare vuoti, cavi come il bamboo, ripulirci dalle scorie e dai sovraccarichi della “conoscenza” presa in prestito, metterci in gioco, riconoscere la divinità presente in noi, come Esseri di Luce incarnati, che hanno come unico obiettivo quello di avvicinarsi il più possibile al centro del nostro essere, direttamente in contatto con il nostro Sè superiore o Spirito, sempre pronto a illuminarci e guidarci, ma ahimè, così lontano da una possibile risonanza con il nostro misero involucro fisico, governato da un’anima così volubile, così ferita, così incapace di mantenere le redini del cavallo imbizzarrito che è la nostra mente. Mente che pare aver preso permanentemente il sopravvento sulle nostre azioni condizionando, anche sul piano fisico, il nostro corpo che si consuma, con un invecchiamento biologico molte volte accelerato, senza darci la speranza – invece legittima – di invertire o quantomeno rallentare i processi di invecchiamento, cosa possibile, che può avvenire cambiando la percezione della realtà.
Alternare l’atteggiamento attivo-direttivo, con un altro passivo-ricettivo, in cui ci si arrende alle correnti che arrivano dal Cosmo può aiutarci a creare un bilanciamento delle polarità dei nostri emisferi cerebrali, favorendo un equilibrio che riduce l’invecchiamento cellulare.
La Natura ci fa da specchio ed ha sempre un ritmo costante. Noi esseri umani abbiamo perso contatto con questo ritmo, stiamo manipolando tutto, dal clima al nostro sentire. Viviamo come vittime di una ipnosi collettiva, con il costante pensiero ai beni materiali, accumuliamo dati, informazioni, conoscenza, per usarli per ottenere vantaggi su altri esseri umani, abbiamo perso la nostra integrità. Non sappiamo più contattare la nostra Essenza.
Un’esperienza come quella di connettersi con l’energia del Sole all’alba nelle giornate primaverili o estive, respirarne la quintessenza, potrebbe aiutarci a ripulirci da tutte le scorie accumulate e favorire un contatto diretto con il nostro Spirito. Secondo la tradizione cabalistica, nell’Albero della Vita al Sole sono associate le energie Angeliche dei Malahim- Le Virtù e l’Arcangelo che lo governa è Michael.
E’ proprio il rapportarci con questo potente trasduttore delle Energie Cosmiche può aiutarci a ritrovare la nostra multidimensionalità, come scintille del Divino incarnate.
Il sole è la fonte, l’energia solare è fuoco. Il fuoco è un simbolo estremamente potente e significativo. Se osserviamo il fuoco , vedremo un continuo movimento verso l’alto. L’acqua scorre verso il basso, il fuoco verso l’alto: ecco perchè gli hindu parlano del fuoco della kundalini. Quando il nostro essere interiore cambia, sentiamo una fiamma che si muove verso l’alto. Anche l’acqua a contatto con il fuoco evapora verso l’alto.
In una antichissima scrittura tibetana si dice che un Maestro è simile al fuoco e che un discepolo è simile all’acqua.
Se un discepolo stabilisce un legame profondo con il suo Maestro . sia visibile che invisibile – la qualità del discepolo cambia: diviene la qualità del fuoco, proprio come l’acqua messa a contatto con il fuoco evapora.
E’ necessario creare in noi sempre una maggiore quantità di fuoco. Dovremmo trasformarci in una “fornace”.
Attraverso la respirazione, la respirazione caotica, come avviene in certe meditazioni attive, come avviene nell’attività sessuale, si crea in noi il fuoco, poiché la respirazione porta più ossigeno; quando la quantità di ossigeno aumenta, il fuoco è più forte; senza ossigeno, non c’è fuoco. Quando una fiamma arde, arde per via dell’ossigeno. Se non c’è ossigeno si spegnerà subito. Assorbendo più ossigeno permettiamo al nostro corpo quanto più movimento possibile, fornendogli energia straripante. Solo allora, improvvisamente potrà arrivare un giorno in cui la nostra energia potrà fluire verso l’alto, fino a diventare una fiamma, fino a diventare una sola cosa con il Divino.
Il movimento è però un movimento circolare. Se osserviamo una minuscola sezione di un cerchio, avremo l’impressione che si tratti di una linea retta, ma il cerchio è vasto, e così la Terra. In una Terra sferica non è possibile tracciare una linea retta; se continuiamo a tracciarla diventerà una sfera, epercorrerà tutta la circonferenza della Terra.
Se osserviamo il Tutto, ci accorgeremo che ogni cosa è circolare e anche il tempo è un movimento circolare. La chiave è tutta qui: se riusciamo a comprendere che il tempo non sta andando da nessuna parte, ma si muove in un cerchio – o meglio è sferico – allora tutta la tensione della mente di raggiungere qualcosa si dissolverà.
A questo punto il tentativo di raggiungere qualcosa nel futuro diventa inutile, privo di significato, allora possiamo cominciare a gioire del movimento.
La vita allora può diventare una celebrazione. E’ importante, soprattutto in momenti storici come questi, avere fiducia nella vita; ovunque ci conduca, muovendosi insieme a lei; aiutando gli altri a muoversi lungo la loro strada. Seguendo la nostra via e lasciando che gli altri seguano la propria, prendendoci cura di loro, senza cercare di imporre loro qualcosa. Non andando ad aiutarli in modo diretto, ma in modo indiretto, perchè l’aiuto, l’amore, la compassione sono tutti indiretti.
Per vivere la vita con una spinta verso l’alto, verso la consapevolezza, è importante essere svegli, il che porta a un non attaccamento. Si ama una persona, ci si prende cura di essa, si condivide il proprio essere, le si dà tutto, eppure non c’è attaccamento. Amore e distacco rappresentano le due polarità. Scegliere le due polarità significa che si è svegli, in grado di vivere in questo mondo senza farne parte. Vivendo consapevolmente, si fa quello che si può per gli altri, per il coniuge, per un amico, per un figlio, ma questo interesse non diventa mai un’ansia. Se a questo punto qualunque cosa succede la si accetta, non esiste frustrazione. Non si è ossessionati dall’idea che si sarebbe potuto fare questo o quello. Da ogni relazione si esce puliti non sporchi.
Quando si è consapevoli, all’interno si diventa come una fiamma. Quando la fiamma brucia e si è svegli, attenti a quello che succede attorno a noi, aperti, in profondità dentro di noi, la fiamma asciuga ogni umidità, ogni inconsapevolezza. Questo è il significato dell’ Illuminazione. Non significa raggiungere nessun Dio. Significa diventare noi stessi Dio: diventare cioè perfettamente consapevoli.
Come possiamo capire se ciò sta succedendo ? Quando il nostro corpo, la nostra anima, il nostro spirito sono allineati, noi irradiamo Luce, la nostra aura si espande, la nostra sola presenza può portare guarigione. Diventiamo a poco a poco come il Sole. Il simbolo a questo punto è interiorizzato.
G.L.M.