Il 31 gennaio 2014 nella Casa Massonica di Ancona si è tenuto un interessante Convegno del Rito Simbolico Italiano su “Mediterraneo, continente di civiltà globali: dal Romanum Imperium all’Unione Europea”.
Organizzato dal Collegio Dorium Limen e dalla Loggia Regionale Marchiae, il convegno ha avuto come relatori del R.S.I. il fratello Marco Cuzzi, dell’Università di Milano e il fratello Moreno Neri, saggista, presentati dal Presidente del Collegio Alessandro D’Avanzo.
Marco Cuzzi ha descritto la storia del Mediterraneo sin dall’antichità, individuando una cesura tra il sogno di un’agorà culturale e mercantile che avrebbe potuto e potrebbe dare origine a una civiltà mediterranea polifonica ma armonica e una realtà, ripetutamente confermata nei secoli, di trasformare il bacino in una proiezione egemonica e imperialista di questa o quella potenza. Solo dopo l’ultimo conflitto mondiale è sembrato che il Mediterraneo potesse abbandonare la sua vocazione di oggetto del desiderio delle potenze, anche se la lunga Guerra Fredda lo ha ridotto a uno dei tanti teatri di confronto e di scontro tra i due blocchi. Dopo la caduta del Muro di Berlino pareva che il sogno di una civiltà mediterranea potesse realizzarsi, come sembrava confermare la dichiarazione di Barcellona del 2004. Tuttavia, la cosiddetta primavera araba del 2011 e l’estensione del fondamentalismo islamico in quasi tutto il Nord Africa ha riaperto antiche fratture tra l’Europa e il suo Mare. Un mare che si sta inoltre trasformando in un calvario per le migliaia di disperati che lo solcano alla ricerca di un improbabile Eldorado. Ma proprio questi schiavi del XXI secolo, ha concluso Cuzzi, una volta accolti nell’Europa delle libertà e dei diritti potranno essere uno straordinario strumento di unità, confronto costruttivo e armonia tra il nord e il sud, l’est e l’ovest di un Mare Nostrum non più inteso come proprietà di un singolo ma di tutti.
Moreno Neri ha evidenziato come il tema del Mediterraneo possa essere affrontato sia sotto il profilo cronistico, storico, empirico e spazio-temporale, ma anche dal punto di vista simbolico, iniziatico, esoterico, sacro e metafisico, altrettanto importante per i Massoni. Chi volesse erudirsi sul racconto del Mediterraneo non potrà prescindere dai testi dello storico francese Fernand Braudel e dal recentissimo libro di David Abulafia. E su questo bacino che si incentrava il mondo greco-romano, corrispondente a una geografia molto diversa da quella della futura Europa, nata dal Medioevo press’a poco entro i limiti geografici che oggi le corrispondono. Anche per questo motivo si spiega il paradossale “attacco” che sta subendo la parte mediterranea dell’Europa dalla stessa Europa. Ma se i suoi confini geografici sono quelli medioevali il suo teatro primario è quello classico, greco-romano. Alcuni Massoni, nel passato, hanno prestato grande attenzione al Mediterraneo e, tra questi, il Fratello Neri ha ricordato Carlo Michele Buscalioni (1824-1885) e Arturo Reghini (1878-1946), ma i loro progetti “elleno-latini” – in un certo qual modo una risposta al panslavismo e al pangermanesimo, ma anche alla pretesa universalità cattolica – sono falliti. In realtà l’ideale di una civilta non duale e politeista – “marinara e locale, aperta verso l’altro” per citare Serge Latouche e per ricordare l’omerica Odissea – è destinata ad un suo ritorno ciclico.
Ha concluso i lavori il Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano Giovanni Cecconi: il R.S.I., il Rito Simbolico Italiano sintetizza la sua essenza di pensiero nei due concetti espressi dai relatori: “ma proprio questi schiavi del XXI secolo, una volta accolti nell’Europa delle libertà e dei diritti, potranno essere uno straordinario strumento di unità, confronto costruttivo e armonia tra il nord ed il sud, l’est e l’ovest di un Mare Nostrum, non più inteso come proprietà di un singolo, ma di tutti. (Cuzzi) e “l’ideale di una civiltà politeista, marinara e locale, aperta all’altro è destinata ad un suo ritorno ciclico” (Neri). I cinque punti della fratellanza riprendono totalmente il soffio della tradizione mediterranea, sorta per contaminazione di linee di pensiero rappresentanti le popolazioni che nell’area si sono succedute nei tempi e che, “navigando a vista”, hanno dotato l’uomo della capacità di capire il senso dell’unione e del rispetto. Il simbolo del Rito, per l’appunto, unisce le linee di pensiero del mondo greco, romano ed etrusco a dimostrazione che la sua sintesi tiene in vita un pensiero “guida” per l’umanità intera nel suo percorso evolutivo.
Hanno partecipato numerosi fratelli, erano presenti il Presidente del Collegio Circoscrizionale dei MM.VV. delle Marche Fabrizio Illuminati, il Presidente del Consiglio dell’Ordine di Ancona Marco Vignoni e il Presidente della Loggia Regionale Marchiae del R.S.I. Mauro Raimondi.
La serata si è conclusa con una simpatica agape fraterna direttamente gestita dal fratello Roberto Canibus.
Articolo e foto [articolo convegno RSI ancona]
Dal Mare Nostrum alla Civiltà Euro-Mediterranea [Mediterraneo-marcocuzzi]
«Mediterraneo, continente di civiltà globali: dal Romanum Imperium all’Unione Europea» [Mediterraneo continente-morenoneri]