Canta il gallo

Il gallo, con la sua presenza, accompagna la vita dell’uomo in natura ed annuncia l’apparir del primo arco dell’Aurora ancor prima dello splendore del raggio di Sole che nel sopraggiungere coglie chiunque nel momento inatteso ed in ogni istante, incitando al risveglio per compiere il proprio lavoro, quello dell’uomo e quello della natura.

galloL’alba ed il tramonto scanditi dal canto del gallo riportano il segno della presenza di una precisa volontà creatrice sempre presente attenta e vigile sull’intero universo, micro e macrocosmo in unico insieme di appartenenza.

L’eco del canto del gallo mi riecheggia dai ricordi di quei momenti della mia infanzia trascorsi a contatto con la vita nei casolari colonici nelle prime campagne della Romagna e mi riappare il Gallo nella forma raggiante in posizione primeggiante o sopraelevata nell’aia, attento a sorvegliare, a proteggere, a raccogliere a sé le galline ed i pulcini in particolare nell’atto del nutrirsi del cibo in modo ridistribuito, in raccolta.

Ascoltare il canto del gallo nel contesto di vita convulsa di oggi è raro ma ricercarlo, può offrire lo spunto di una ri-flessione, di una ri-cerca per ri-appropriarci di un sentimento nuovo, per l’uomo nuovo, renderlo capace di ri-ascoltare il lavoro perenne della Natura attraverso le sue varie forme comprese quelle del linguaggio animale e ripensare quanta forza ci possa essere anche nella semplicità del canto di un Gallo, visto il ruolo che ricopre nella letteratura, nella storia, nella cultura, nella tradizione      e nella religione dei popoli della terra.

L’opportunità di svolgere questa breve tavola mi trova impegnato in un particolare momento del viaggio iniziatico assieme ai Fratelli, in cui la scelta del tracciato da segnare potrà indicare una nuova forma di ricerca durante il lavoro intrapreso, per un giusto apprendimento, un bel componimento, un perfetto componimento, ricercando ed ascoltando il canto del gallo.

IL GALLO CANTA

Sette paia di scarpe ho consumate

Di tutto ferro per te ritrovare:

Sette verghe di ferro ho logorate

Per appoggiarmi nel fatale andare:

Sette fiasche di lacrime ho colmate,

Sette lunghi anni, di lacrime amare:

Tu dormi alle mie grida disperate,

E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.

Il gallo canta: annuncia la luce.

Ma non confondiamo la luce che cerchiamo con la “luce elettrica”, simbolicamente nient’altro che “oscurità visibile” nella quale spesso viviamo e della quale molto più spesso ci accontentiamo.

Il gallo canta: termina la notte.

E’ un uccello solare, spesso accompagnato all’uomo. Lo troviamo nel paradiso musulmano e nel Walhalla, il paradiso dei guerrieri.

Il gallo canta: annuncia il cambiamento

Lo troviamo in cima al campanile, ma non nella chiesa. Lo troviamo nel Gabinetto di Riflessione, ma non in Loggia. La loggia è un luogo sacro e misterioso – insegnano antiche istruzioni muratorie – dove non si sentì mai cane abbaiare né gallo cantare.

Il gallo canta: annuncia il risanamento.

Socrate, poco prima di morire, raccomandò: Critone, siamo debitori di un gallo ad Asclepio.

* * *

L’Iniziando è condotto nel Gabinetto di Riflessione, ambiente chiuso, scuro, angoscioso. Sulla parete è rappresentato un gallo, che gli annuncia la luce. L’incontro con il gallo avviene nelle viscere della terra, perché deve essere infuso nell’Iniziando vigilanza e coraggio nella ricerca.

L’episodio evangelico dell’annuncio di Gesù a Pietro (Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte) indica che l’uomo con le sue angosce e i suoi timori rinnegherà la luce prima che arrivi la luce stessa.

Spesso diamo per scontato il senso del simbolo gallo, che ci incita al risveglio. Ma se non vogliamo essere svegliati?

Il gallo è un animale che indica il coraggio perché difende il suo territorio fino allo stremo. E’ usato anche in combattimenti, che terminano con la morte di uno dei due contendenti.

Che significa il canto del gallo nella prospettiva del massone? Che significa quel qualcosa che permette di ri-aprire gli occhi e ri-vedere la luce?

Per me, nella mia vita massonica, ha mai cantato il gallo?

L’uomo è per sua natura addormentato. Lo spiegano anche i Vangeli con i cosiddetti miracoli: ridare la vista al cieco significa far vedere in modo diverso; ridare l’udito al sordo significa far ascoltare ciò che non si era mai udito; ridare l’uso delle gambe significa la riappropriazione delle proprie gambe e saperle usare per camminare.

Il gallo, uccello sessualmente molto attivo, indica anche l’energia sessuale, una forza primaria.

La psicologia moderna riscopre simboli antichi: la relazione tra energia animale e percezione è analoga a quella tra il mercurio animale e il mercurio filosofico. Il mercurio “basso” può essere trasformato per la Grande Opera.

La trasformazione dell’energia è presente in tutte le tradizioni, occidentali e orientali.

Il gallo canta non solo all’alba per svegliarci, ma anche quando si accoppia.

Il gallo ci sveglia ogni mattino e ci ricorda che esiste un ciclo vitale.

Il gallo ammonisce nel Gabinetto di Riflessione chi sta redigendo il testamento: attenzione, rinascerai! E’ anche un messaggio di speranza.

Il lavoro comune fa crescere il massone e permette che il gallo canti. Contemporaneamente il gallo canta per la loggia tutta.

Dal Cantiere muratorio della

R.’.L.’. G. Nozzoli, 1282 – Or.’. Rimini