Con l’Amore penetriamo nell’essenza dello Spirito essendo Esso comunicazione diretta tra le coscienze. Ma in cosa consiste questa comunicazione? Cosa si scambiano due polarità contrarie, che comunicano con l’amore?
In Esso gli Spiriti si scambiano significati complementari dati a certi segni esterni, che si aggiungono, completandosi a vicenda, per fornirci una coscienza più elevata del mondo esterno.
Spesso si dice che le due polarità, comunicando mediante l’amore, compiono un reciproco dono del loro Sé, contemporaneamente ad una «appropriazione dell’altro» da parte del primo.
Tuttavia queste due caratteristiche, senza essere veramente erronee, definiscono in modo incompleto il processo d’Amore .
È vero, infatti, che «io faccio dono all’altro» di ciò che è in me nel più profondo, poiché gli apporto ciò che forma il fondo stesso del mio contenuto spirituale, mentre l’altro scopre i significati che «io fornisco» a un segno del mondo esterno; in effetti, però, «io non ho dato» nulla all’altro, nel senso che conservo per me, nel mio spirito, il significato che gli ho rivelato.
L’altro scopre «solo» in me il pezzo complementare che gli permette di ampliare il suo campo di coscienza, ma io – invero, come sopra detto – non gli ho dato niente; in quanto conservo, nel mio Spirito, il significato che gli ho rivelato.
All’altro, infatti, basta aver scoperto in me quel significato complementare… per riprodurlo ed aggiungerlo al suo campo di coscienza; così, pure io, non mi approprio dell’altro (scoprendo in lui significati complementari ai miei), poiché non gli sottraggo nulla in questa attività d’amore, in quanto è sufficiente averli scoperti in lui, per poterli riprodurre.
Nell’amore, quindi, vi è una caratteristica di reciprocità: mostrandoci simultaneamente, scopriamo di avere campi di coscienza dai significati complementari, tali da essere spinti, reciprocamente, l’uno verso l’altro per una reciproca scoperta delle parti complementari dei nostri campi di coscienza e per la creazione, in ciascuno di noi, degli elementi spirituali scoperti nell’altro; il tutto con un sentimento di pienezza che noi avvertiamo… quando ampliamo il nostro campo di coscienza.
Allora la totalità del nostro spirito, quello cosmico, si offrirà all’altro per una comunicazione d’Amore che, naturalmente, si ripercuote sui nostri organi dei sensi che, peraltro non «rivelano veramente» un linguaggio diretto tra i due partner dell’Amore, in quanto esso (quello dei sensi) è uno scambio di segni, ai quali associamo un significato convenzionale.
Quando nell’altro si scoprono significati nuovi non fissati da alcuna convenzione, si parla di “linguaggio amoroso”, che ha significato solo per la coppia, poiché non essendo mai l’attività dello Spirito separata da un determinato comportamento del nostro corpo, vi sono segni esterni dell’Amore (come gli sguardi, i gesti, le frasi degli innamorati, il dialogo amoroso…) che rivelano la profonda comunicazione, che si instaura tra loro, attraverso il rapporto d’Amore.
Nessun altro, all’infuori della coppia, può carpire tale linguaggio per arricchire il proprio Spirito, né può essere scoperto da alcuno, attraverso lo sguardo scambiato da due esseri che si amano. Il contenuto di ciò che viene scambiato permette loro di provare, almeno per un attimo, lo stesso sentimento di pienezza che prova lo Spirito quando compie un passo in avanti, verso la scoperta dell’assoluto attraverso l’infinito.
In un’opera molto bella, Gerard Morgues faceva vivere un amore «molto puro e molto intenso», ai suoi due personaggi principali; e l’uomo affermava che Evanthia da lui amata era la sua “rivelatrice dell’infinito”.
L’amore autentico è, appunto, questo; attraverso i lampi di pienezza che mostra al nostro Spirito, ci procura, fuggevolmente, impressioni, fuori dal tempo e dallo spazio, che sono brevi immagini dell’assoluto, venute dall’infinito.
IL Serenissimo Presisdente del Rito Simbolico Italiano.
Fratello Maestro Architetto
Giovanni Cecconi