Labari abbrumati nel Grande Oriente d’Italia e nel Rito Simbolico Italiano. Si è spento giovedì 7 gennaio nella sua Bari il fratello Giuseppe Capruzzi, 91 anni, avvocato, Gran Maestro Onorario dell’Ordine e figura di spicco per generazioni di liberi muratori per la sua saggezza e signorilità. Di lui oltre ad un indelebile ricordo restano tanti scritti di alta profondità spirituale ed esoterica che hanno arricchito La Rivista Massonica e Hiram.
Il Gran Maestro Stefano Bisi e la Giunta, come pure il Serenissimo Presidente del Rito Simbolico Italiano unitamente al Consiglio di Presidenza, hanno espresso alla famiglia del caro Giuseppe le più sentite condoglianze.
LA VITA E L’OPERA DI GIUSEPPE CAPRUZZI
Il 7 Gennaio 2015 in Bari, dopo una lunga malattia, è passato all’Oriente Eterno il Fr. M.A. Giuseppe Capruzzi, Gran Maestro Onorario del Grande Oriente d’Italia.
Il Fr. Capruzzi era nato a Bari il 22 Dicembre 1924 da Vincenzo (1895-1958) eminente avvocato, letterato e storico, autore, fra l’altro, della storia del Foro di Bari e da Laura Buonvino, figlia di Mauro Buonvino, costruttore, fra l’altro, alla fine dell’Ottocento, del Palazzo Ateneo di Bari in Piazza Umberto I.
Laureatosi in Giurisprudenza presso l’Università di Bari nel 1947 intraprese la professione di avvocato nell’ambito del diritto civile proseguendo con onore lo studio legale paterno e la grande tradizione forense della sua famiglia. Tradizione che era incominciata con suo nonno Giuseppe Capruzzi (Bitonto 1847-Bari 1912), più volte Sindaco e Deputato di Bari al Parlamento nell’Italia giolittiana, per proseguire con suo zio Pietro Capruzzi (1882-1949) celebre avvocato nel processo dell’eredità dei fratelli Petruzzelli costruttori e proprietari del famoso Teatro.
Devo aggiungere che Egli mi ha tramandato la notizia dell’appartenenza sia di Giuseppe che di Pietro Capruzzi al Grande Oriente d’Italia.
Nel 1964, dopo essersi formato esotericamente nell’ambito della Teosofia, Capruzzi ebbe l’Iniziazione Muratoria nella R.L. Onore e Giustizia n. 257 Oriente di Bari (officina di cui suo Padre Vincenzo era stato fra i Fratelli più illustri) divenendone, di poi, Maestro Venerabile.
Nel 1976, Capruzzi fu eletto Consigliere dell’Ordine; successivamente venne eletto Giudice della Corte Centrale.
In tale incarico, il Fr. Capruzzi dette il meglio di sé, sia sul piano della preparazione giuridica che su quello della sensibilità massonica non disgiunte dal coraggio.
La più celebre delle sentenze delle quali fu estensore, fu quella (resa dalla Corte Centrale a Sezioni Unite) con cui l’ex Gran Maestro Giordano Gamberini fu espulso dall’Istituzione per aver compiuto delle iniziazioni illegali nell’ambito della Loggia P2.
In precedenza, Capruzzi, alla Gran Loggia di Napoli del 1977, aveva presentato il famoso Ordine del Giorno con cui veniva deliberata la demolizione della Loggia P2 a seguito dell’ispezione compiuta dal Fr. Luigi Sessa, recentemente passato all’Oriente Eterno.
Tale Ordine del Giorno venne approvato dalla Gran Loggia.
Dopo aver svolto con onore tali importanti incarichi a livello nazionale, il Fr. Capruzzi ritornò in modo esemplare, tra le Colonne senza nulla chiedere per sé.
Come è noto, infatti, soltanto molti anni dopo, il Gran Maestro Gustavo Raffi volle la sua nomina a Gran Maestro Onorario.
Medio tempore Capruzzi si era trasferito nella R.L. “Leonardo Del Vescovo” n. 942 Oriente di Bari cui ha appartenuto fino ad oggi.
Ancor più prolungato è stato l’impegno di Capruzzi nel Rito Simbolico Italiano.
Impegno che si concretizzò, sul piano operativo, innanzitutto, con la fondazione del Collegio Barium nel 1977.
Nel 1982 venne eletto Secondo Gran Sorvegliante del R.S.I. incarico che mantenne durante tutto il periodo della Presidenza del M.A. Virgilio Gaito.
Inoltre, Capruzzi, per le generazioni successive dei Simbolici, ha rappresentato il vero punto di riferimento ed una sorta di Gran Maestro ideale del R.S.I. come sempre affermato dal Fr. M.A. Giovanni Cecconi che con Lui ha sempre intrattenuto un profondo rapporto di fratellanza.
Ma all’impegno operativo Capruzzi unì anche un non comune approfondimento della Tradizione Muratoria sia sul piano storico che su quello esoterico.
Tale approfondimento si è concretizzato in oltre cinquanta scritti che richiedono un’adeguata disamina che in questa sede non è possibile compiere.
Di tale opera, però, è doveroso ricordare alcuni passaggi essenziali.
In generale va detto che tutta la Sua riflessione dottrinale poggia sul fondamentale postulato che la Massoneria nasce dalla Massoneria. In questo Lui, come pochi altri, ha valorizzato l’insegnamento in tale senso di Arturo Reghini.
Ciò significa che la Tradizione Muratoria va nettamente distinta dalle altre tradizioni esoteriche e, come tale, va approfondita autonomamente con lo studio dei Simboli e della Ritualità Massonica.
A tale compito Capruzzi si dedicò con grandissimo impegno con numerosi scritti sul Tempio Massonico e sulla sua Ritualità.
Tali convinzioni lo indussero ad entrare nel Rito Simbolico Italiano al quale ha dedicato scritti fondamentali come Il Maestro Architetto: Gnosi Pitagorica e meditazione sull’Armonia e lo studio storico sulla vita e l’opera di Livio Zambeccari .
Saggio da cui emerge chiaramente che il Grande Oriente d’Italia è nato nel 1859 dalla Loggia Madre Ausonia e non nel 1805 anno in cui fu fondata un’Obbedienza a Milano non dall’Ordine ma dal R.S.A.A. in un ambito territorialmente limitato soltanto alla parte adriatica dell’Italia settentrionale vale a dire al Regno Italico.
Ma, il Suo lavoro più noto è indubbiamente Essere, fra l’altro, Simbolico, in cui, significativamente, si legge: “il vero Esoterismo deve impegnare le profondità nascoste dell’essere, e deve attingere a quella parte dell’uomo che diciamo immortale, tanto da investire la causa del pensiero, la causa del sentimento, la causa dell’azione. Il lavoro in una Camera Superiore deve cercare quindi di esprimere e di affiorare nella coscienza del singolo, quegli impulsi persistenti che si manifestano nell’intensa attività e nei mutamenti di ogni natura, quella umana inclusa. Il vero esoterismo è risveglio spirituale interiore che si può riconoscere in ogni altro essere umano e nella vita latente in ogni forma”.
E’ chiaro che tale insegnamento, così alto e così spiritualmente profondo, non poteva non esercitare un grande fascino tra i Fratelli che ebbero la fortuna di conoscerlo di persona e di ascoltarlo dalla Sua viva voce.
Egli, quindi, rimasto tra le Colonne, ha continuato sempre, fino a quando la salute glielo ha permesso, a lavorare nel R.S.I. e nell’Ordine senza sosta, dimostrando, nei fatti, la profonda verità dell’Insegnamento Simbolico che il Primo Sorvegliante ricorda al momento della Ripresa dei Lavori del Collegio: “Presidente, non ho età. Ho prestato, presto e presterò la mia opera per armonizzare l’Architettura del Tempio”.
Conclusivamente può dirsi per Giuseppe Capruzzi, più che per chiunque altro, che «… il bene operato è l’eredità che l’uomo onesto lascia alla terra e che il lavoro conforta lo Spirito».
A. Nicola Di Modugno