La fratellanza è uno dei pilastri fondamentali per chiunque segua un percorso massonico, soprattutto nel contesto del Rito Simbolico Italiano.
In più, in essa viene consolidato il vero senso del “non siamo soli”, che non è un mero richiamo ad un sostegno occasionale, ma un richiamo alla connessione che ci unisce intimamente con ogni aspetto del mondo.
La “mano tesa” come simbolo di vicinanza e amore è una delle espressioni più potenti del nostro impegno verso l’altro; un invito costante ad offrire il nostro conforto ed il nostro calore quando le parole non bastano
La fratellanza non è solo un legame tra individui, ma un ponte che unisce cuori e menti verso un fine superiore: l’armonia universale.
Nel nostro rituale, ogni strumento simbolico che impieghiamo, rappresenta una parte essenziale della nostra crescita spirituale e/o filosofica.
Il compasso ci invita a mantenere la rettitudine nel pensiero e a misurare le nostre azioni, mentre la squadra ci esorta a vivere con operosità e giustizia.
Questi strumenti ci ricordano che la nostra costruzione interiore non è mai solitaria, ma arricchita, costantemente, dall’interazione con i nostri fratelli.
La fratellanza, infatti, va oltre il semplice supporto reciproco.
Essa è l’impegno quotidiano di costruire una società più giusta nel mondo, in cui la libertà, è il frutto dell’armonia fra i popoli.
Attraverso il dialogo ed il rispetto, apprendiamo che, ognuno di noi è una pietra essenziale, levigata nel pensiero e nelle azioni, per contribuire alla grande architettura dell’universo.
In questo senso, il vero scopo della fratellanza è promuovere un equilibrio universale: un’armonia che riconosce e rispetta le diversità e che si nutre della libertà di ognuno di crescere e di contribuire al bene comune
Nel sostenere ed essere vicini agli altri non si tratta, soltanto, di un gesto di carità o di semplice aiuto momentaneo, ma di un agire costante, di un impegno tanto interiore, quanto esteriore.
Questo significa rispettare l’altro nella sua interezza e particolarità, andando oltre le apparenze e le classificazioni, riconoscendo la natura universale della fratellanza; è il rispetto dell’alterità, che ci consente di vivere e di realizzare una vera armonia, espandendo questo rispetto a tutto ciò che ci circonda e che, con noi, coesiste.
La metamorfosi della catena è potente; siamo, davvero, come anelli, che mantengono la forza di un tutto.
La nostra responsabilità è, dunque, non solo, verso noi stessi, ma, anche, verso gli altri e, solo mantenendo intatti questi legami possiamo creare un macrocosmo solido e armonioso, dove ogni anello si sente sicuro, rispettato e non più solo.
Il concetto “non siamo soli”, assume, per noi, un valore fondamentale, radicato, profondamente, nel principio della fratellanza universale.
Non si tratta, come detto, di un semplice richiamo alla solidarietà umana, ma di una visione che abbraccia l’intero cosmo, vedendoci come anelli di una catena universale, parte integrante di un grande macrocosmo, in cui ogni singolo essere rappresenta un microcosmo unico ed irripetibile.
Nella nostra esperienza rituale emerge un principio chiave: “solidum dare”, ossia dare supporto.
Non si tratta di intervenire, solo, quando qualcuno chiede aiuto, ma di essere consapevoli, pronti a contribuire a una catena di reciproco rispetto e vicinanza.
Ogni uomo manifesta debolezze, dubbi, sofferenze e, spesso, cerca uno sguardo comprensivo, una parola di conforto, o una semplice carezza; tutti gesti che parlano di un amore autentico e profondo, che, solo chi ha compreso il valore dell’armonia universale può, pienamente, offrire.
Questo amore si traduce in una forma di rispetto per l’alterità non come qualcosa da classificare o etichettare, ma come un’estensione di noi stessi.
“Ama il prossimo tuo come te stesso” e “Fai agli altri ciò che venisse fatto a te” sono principi antichi che incarnano il principio di armonia e che ci richiamano alla responsabilità verso ogni singolo elemento della creazione.
Non siamo soli, dunque, poiché condividiamo una catena d’appartenenza e di rispetto reciproco, che si estende oltre i confini del visibile.
La catena universale è un legame che vive e respira nella continuità dell’essere fratelli.
Ogni anello rappresenta un fratello, un individuo, un essere dotato di dignità, di sentimenti e di un percorso di vita unico.
La catena è forte solo quando gli anelli, tutti, sono integri e, quindi, ogni individuo ha cura non solo di se stesso, ma, anche, del prossimo.
La sua forza risiede nella capacità di ogni membro di sostenere l’altro, di essere, per l’altro, uno specchio e un sostegno per preservare la bellezza del Tutto.
Oggi, più che mai, il nostro impegno dev’essere maggiore.
La società moderna, spesso, ci invita alla separazione, all’individualismo e alla competizione esasperata.
Ma, i nostri principi ci richiamano alla riflessione ed alla crescita collettiva.
Il nostro compito è sostenere i fratelli (la specie umana) nell’affrontare sfide non solo individuali ma, anche, sociali, etiche ed economiche…, aiutandoli a trovare risposte, che vadano oltre la superficie, verso una comprensione più profonda del nostro scopo e del nostro ruolo.
Questa fraternità che ci lega non è, solo, una dichiarazione, ma un impegno costante a ricordare che non siamo soli e che l’armonia universale si realizza quando ogni anello della catena vive e agisce con la consapevolezza di appartenere al Tutto.
Giovanni Cecconi