Bisogna distinguere, sempre, la simpatia dall’amicizia.
Etimologicamente, la parola simpatia significa “sentire assieme”, tuttavia la simpatia non è un sentiero reiproco; infatti si può provare simpatia per uno sconosciuto, o per qualcuno che la nostra simpatia lascia del tutto indifferente.
Essa è un’attività psicologica che rientra, piuttosto, nella conoscenza: si prova il desiderio di conoscere meglio l’altro e si considerano, quindi, con interesse, i segni esteriori che egli manifesta.
Ma come nasce questo sentimento di simpatia, questa curiosità benevola per l’altro?
Senz’alcun dubbio, dal fatto che, i segni esteriori, manifestati dal personaggio simpatico, ci suggeriscono significati, che si inseriscono, armoniosamente, tra i nostri.
Ma, in genere e, soprattutto se l’altro resta indifferente alle nostre dimostrazioni di simpatia non c’è quell’inizio d’emozione felice, che si prova quando l’altro reagisce alla nostra simpatia, provando, a sua volta, una curiosità analoga, nei nostri confronti.
Tuttavia, anche in questo caso, si può passare, gradualmente, dalla simpatia all’amicizia.
Ma finché la simpatia rimane un desiderio di conoscenza, a senso unico, di un essere per un altro – non può venire catalogata come forma d’Amore poiché, in questo caso, non c’è comunicazione tra le coscienze.
IL S.Presidente del Rito Simbolico Italiano
Fr. Maestro Architetto Giovanni Cecconi