Filosofo. Prete cattolico agli inizi e alla fine della sua vita, fu un libero pensatore razionalista, giornalista e docente di storia della filosofia.
Cristoforo Bonavino, più noto collo pseudonimo letterario di Ausonio Franchi nacque a Pegli, in provincia di Genova, il 27 febbraio 1821. Figlio di un tessitore, Giambattista Bonavino, e di sua moglie Caterina, nata Traverso, interrotte le scuole per un periodo di lavoro con il padre, studiò nei Seminari di Genova (1837) e di Bobbio (1840). A Bobbio si legò al vescovo Antonio Gianelli, fondatore della “Congregazione S. Alfonso de’ Liguori” che lo destinò all’istruzione clericale.
Voleva farsi gesuita, ma essendosi opposto il padre, al termine degli studi si contentò di farsi prete ed ebbe gli ordini sacri, col nome di Don Giuseppe, a Bobbio il 1° dicembre del 1843. Nel frattempo l’incontro con il sistema morale del probabilismo di Sant’Alfonso de’ Liguori finì per porlo in conflitto con Gianelli.
Poco dopo la sua ordinazione, aprì a Genova un collegio privato e fu, dopo la Costituzione, nominato custode, ossia rettore del Collegio Nazionale di Genova, istituto d’istruzione secondaria, ma si dimise prima che esso si aprisse. Ben presto studiò le dottrine del positivismo francese e del criticismo tedesco che fecero sorgere dubbi nel suo animo, seguiti da una lotta interna che descrisse nella sua opera sulla filosofia delle scuole italiane. Nello stesso tempo, eventi politici importanti maturavano in Italia, culminando nella rivoluzione del 1848. Dunque nel periodo tra il 1845 e il 1848 in cui cercò di dedicarsi all’insegnamento, compilò piccoli scritti contro i gesuiti e a sostegno del filosofo nazionale Vincenzo Gioberti (1801-1852) che finirono per renderlo sempre più distante dall’insegnamento religioso. Quando nel 1849, colpito dal pensiero socialista di Victor Meunier, anche se in forma anonima, ne traduce lo scritto Jesus Christ devant les conseils de guerre, verrà sospeso a divinis.
Traviato, come più tardi dirà di sé, dalla passione politica e da un genere di passione filosofica, nel 1849 gettò alle ortiche l’abito talare e abbandonò l’ufficio ecclesiatico, divenendo, nel nostro paese, un fiero sostenitore del razionalismo. Prese il nome di Ausonio Franchi, cioè italiano libero, a voler indicare una totale rottura col suo passato e le sue nuove aspirazioni. Da allora tutti i suoi talenti furono consacrati alla causa della libertà intellettuale e politica, dedicandosi ad una vivace attività politica e filosofico-letteraria. Il suo programma, sintetizzato nello pseudonimo scelto, si concretizzerà nel tempo in idee democratico-socialiste, quali l’emancipazione della donna e l’uguaglianza dei diritti sociali. Testimonianza dell’attenzione alle rivendicazioni femministe sono i ringraziamenti di Jenny Poinsard d’Hericourt (1809-1875) contenuti nel suo Woman’s Philosophy of Woman; or Woman Affranchised : an Answer to Michelet, Proudhon, Girardin, Legouve, Comte, and Other Modern Innovators (Carelton, New York, 1864, – originale francese La femme affranchie, Bruxelles, 1860 -, rist. Hyperion Press Inc, Westport – Connecticut, 1993; trad it. Socialismo e femminismo nella Francia del XIX secolo, Ecig, Genova, 1988): “Thanks first to you, Ausonio Franchi, the representative of Critical Philosophy in Italy, a man as eminent for the profundity of your ideas as for the impartiality and elevation of your character and who so generously and so long lent the columns of your Ragione to my first labors”.
L’autorità dogmatica della Chiesa e l’autorità dispotica dello Stato furono oggetti dei suoi incessanti attacchi. Unendo il fenomenismo di Kant al positivismo di Comte, abbracciò un pensiero relativista e agnostico. Per lui, fede religiosa e ragione, cattolicesimo e libertà, sono inconciliabili e Franchi non esitò nella sua scelta. Nel 1853 La religione del secolo XIX, libro in cui sottolinea il contrasto insanabile tra cattolicesimo e moderne aspirazioni alla libertà nelle quali scorge la vera “religione”, verrà messo all’Indice.
Nel 1854 fu a Torino per breve tempo redattore del Diritto, ma presto, nel medesimo anno, fondò e diresse La Ragione, bisettimanale che poi nel 1857 divenne settimanale. Il periodico religioso, politico e sociale fu lo strumento di propagazione delle sue idee.Da una lettera di Cavour a Villamarina (Luigi Chiala, Lettere edite e inedite di Camillo Cavour, vol VI 1856-1861, p. 133) risulta che la Ragione fu l’unico giornale italiano che non stigmatizzò l’atto di Orsini e Ausonio Franchi, autore dell’articolo sull’attentato di Orsini e il suo giornale, che, sempre secondo Cavour, non aveva né lettori nè abbonati, furono oggetto di una dichiarazione di protesta comparsa sulla Gazzetta Ufficiale. Per altro Felice Orsini dopo la sua pubblicazione nel 1857 a Edinburgo del suo resoconto delle sue esperienze di prigionia dal titolo Memoirs and Adventures of Felice Orsini written by himself, che condusse alla sua rottura con Mazzini, aveva condotto trattative con Ausonio Franchi, affinché il giornale La Ragione diventasse l’organo dei veri repubblicani. E, infatti, poco dopo, la 4a edizione delle Memorie politiche di Felice Orsini veniva pubblicata a Torino (De Giorgi, 1858) con un’Appendice di Ausonio Franchi. Nel 1857 intanto Ausonio Franchi polemizzava con Mazzini (A Giuseppe Mazzini, Steffenoni e Camandona, Torino, 1857).
Nel 1859 a Nizza dirigeva in francese la Terre promise e, finita la guerra si trasferì a Milano, ove fu redattore del giornale Gente latina, diretto da Ezio Castoldi.
Era oramai del tutto cavouriano. Dall’allora ministro della pubblica istruzione Terenzio Mamiani – che egli aveva combattuto in quella introduzione alla Filosofia delle scuole italiane (1852), in cui aveva giustificato la sua conversione al razionalismo e opera che nel 1854 sarà messa all’Indice dei libri probiti dalla Chiesa come altri suoi scritti agnostici, razionalisti ed evoluzionisti, fu nominato nel 1860 professore nell’Università di Pavia. Da essa nel 1863 passò all’Accademia scientifico-letteraria, ossia l’Università, di Milano, sempre come professore di storia della filosofia, ove rimase fino al 1888.
Nello stesso periodo fu attivissimo come Massone. Fu membro della Loggia “Insubria” di Rito Italiano o Simbolico, che con altre, di numero minore rispetto alle prevalenti di Rito Scozzese, si strinsero intorno alla Loggia madre torinese Ausonia e si organizzarono all’obbedienza di un Gran Consiglio Simbolico sorto da un’Assemblea tenuta a Milano (1-5 luglio 1864). Fu inoltre membro onorario della Loggia “Azione e Fede” di Rito Simbolico, sedente all’Otriente di Pisa.
Il Gran Consiglio Simbolico per vario tempo visse avendo sede prima a Torino e poi a Milano e con la presidenza di Ausonio Franchi, finché non pensò di fondersi nel Grande Oriente Italiano nel 1868 con un atto firmato per il Gran Consiglio tra gli altri dallo stesso Fratello Ausonio Franchi, che fu strenuo e auterevole propugnatore della fusione nel nuovo Grande Oriente.
Morto Giuseppe La Farina (1813-1863), egli ne raccolse e pubblicò nel 1869 a Milano in due volumi l’epistolario e nel 1870 gli Scritti politici. L’epistolario suscitò le ire dei repubblicani, in particolare a proposito dell’espulsione di La Farina da Palermo nel giugno 1860. Agostino Bertani si difese pubblicando le Ire politiche di oltre tomba (Milano, 1869). Le polemiche si allargarono e vi entrarono Stefano Türr, Francesco Crispi e altri. Bonavino fu querelato e pubblicò appunto il suo Discorso alla Corte di Appello di Milano in occasione della causa per la pubblicazione dell’epistolario La Farina (Milano, Salvi, 1870). Bonavino scrisse ancora di politica nel 1871 stampando l’opera La caduta del principato ecclesiastico e la restaurazione dell’impero germanico (Treves, Milano, 1871).
Tra il 1872 e il 1889 non pubblicò alcuna opera. Un nuovo cambiamento stava avvenendo in lui, dovuto, dirà in seguito la critica cattolica, non già alla passione, ma alla riflessione più matura del professore. Già i suoi scritti immediatamente successivi al 1870 mostrano una fase dottrinaria più calma e pacata. Già l’autorevole Fratello Ausonio Franchi, ricorda Aldo A. Mola nella sua Storia della Massoneria italiana (Bompiani, Milano, 1992), di fronte agli aspetti più effimeri e scalmanati dell’anticlericalismo, aveva finito per mettere “la sordina alla campagna antivaticanesca”, prendendo posizione contro il materialismo, assai più negativo, evidenziava Franchi, dello “spiritualismo teologico, [ che ] ragguaglia l’uomo a un bruto, anzi a un automa o a una macchina“. I suoi studi dalla filosofia si estesero anche al campo pedagogico. L’autonomia e dignità della ragione umana fu messa a confronto con la forza morale e religiosa originata da una fede non dogmatica e primitiva che, secondo la sua opinione, era stata depravata dalla teologia ufficiale e da una chiesa basata sul potere. Il rinnovato avvicinamento a questa chiesa mostra una svolta decisiva nella biografia di Bonavino e diventa visibile nell’interesse verso la dottrina dell’Aquinate dal 1878, su cui 10 anni dopo pubblicherà un libro in cui sottopone le sue precedenti posizioni filosofiche ad una minuziosa confutazione sulla base dei concetti tomistici. La conciliazione ufficiale con la chiesa sfocerà nella sua ultima grande opera, di oltre 1.500 pagine. Infatti, nel 1889 ripudiò le sue dottrine razionaliste, pubblicando l’Ultima critica, e ritornò sacerdote. Nel suo ultimo lavoro annuncia il suo ritorno alla chiesa, critica le sue opere e argomentazioni precedenti e denuncia le opinioni e i princìpi dei suoi primi scritti. Rinnegati formalmente i suoi precedenti errori, da Milano tornò a Genova, dove trascose i suoi ultimi anni nel convento carmelitano di Sant’Anna, celebrandovi nel 1892 la messa pasquale dopo 40 anni. Morì a Genova, tornato sacerdote e munito dei conforti religiosi, il 12 settembre 1895.
Espunto il suo nome, quasi per una damnatio memoriae, da Giordano Gamberini in Mille volti di Massoni (Erasmo, Roma, 1975), Bonavino, ch fu per anni nei programmi ministeriali di filosofia dei Licei Classici, è oggidì un autore italiano che i più, anche tra gli insegnanti, difficilmente conoscono. Non lo si cerchi neppure nella “Garzantina” di Filosofia: non c’è.
L’ex Gran Maestro del GOI Gamberini forse dimenticò la frase semel abbas, semper abbas, evocata in Massoneria, quando si vuole ricordare l’indelebilità dell’iniziazione. La morte di don Giuseppe Bonavino, pecorella temporaneamente smarrita ma rientrata per tempo nell’ovile, avvenuta 8 giorni prima di un XX settembre celebrato con fasto massonico e folcloriche feste e con l’inaugurazione del monumento a Garibaldi di Emilio Gallori, ricorda Mola (Op. cit., n. 27 p. 244-5) fu “di sprone a quanti, dalla ‘vittoria della fede’ di cui Bonavino era illustre esempio, si sarebbero sentiti incoraggiati a condurre la campagna d’opinione per far dichiarare festivo il 19 marzo, san Giuseppe, da contrapporre alla ricorrenza di Porta Pia”.
Di breve durata fu il ricordo della Chiesa. Ma ancor oggi chi si recherà sul fronte di via Montebello 14, nella zona di Porta Nuova, a Milano, rinverrà una lapide con un bassorilievo che lo ritrae (è l’immagine qui di fianco). Il suo testo è il seguente:
CRISTOFORO BONAVINO
SACERDOTE
ABITÒ IN QUESTA CASA
DAL 1885 AL 1892
APOSTATA COL NOME DI AUSONIO FRANCHI
INSEGNÒ NEGLI ATENEI DI PAVIA E DI MILANO
RITORNATO ALLA FEDE
ERESSE NELL’ULTIMA CRITICA
IMPERITURO MONUMENTO ALLA FILOSOFIA CRISTIANA
AMICI E AMMIRATORI
PER INIZIATIVA DEL GIORNALE
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA MORTE
QUESTO RICORDO POSERO
SETTEMBRE 1896
Infine, Achille Ratti, il futuro Pio XI, allora prefetto della Biblioteca Ambrosiana nel 1907 ottenne per la Biblioteca milanese l’eredità della biblioteca di Ausonio Franchi.
Ma il tempo è galantuomo, e non c’è Massone, tantomeno un Massone di Rito Simbolico, che non veda come al primo posto vi sia in ogni uomo la libertà di ricerca. Tale fu la vita di Cristoforo Bonavino/Ausonio Franchi/Don Giuseppe Bonavino. E stemperata l’animosità di chi vuole vincitori e vinti, sia la Chiesa o sia una Massoneria malintesa, potremo dire che la sua biografia fu lo specchio vivo dell’inquietudine politica e spirituale in Italia al tempo del Risorgimento e che la sua critica alla Chiesa, nella fase razionalista, sotto l’aspetto filosofico, culturale e sociale fu esemplare di una tendenza spirituale più ampia entro il cattolicesimo di allora e che pochi decenni più tardi sarebbe sfociata nuovamente, e con maggior forza, nella crisi del modernismo.
Al contrario la sua figura dovrebbe essere motivo in più di riflessione sulla compatibilità o meno tra professione cattolica e frequentazione dei Templi Massonici e se davvero l’esaltazione dell’apostasia prevale sulla comprensione della possibilità di una duplice lealtà, esoterica ed essoterica. L’apostasia del pur mite Ausonio Franchi trovava risposta nella sospensione a divinis, nella messa all’Indice dei suoi libri, in attesa di tormentate resipiscenze. Se quella della compatibilità tra cattolicesimo e Massoneria è uno stretto sentiero, l’angustia del viottolo non è certo opera della seconda.
Le sue opere – le principali, già citate in precedenza -sono col nome di Cristoforo Bonavino Risposta al M.R.D. Frassinetto (Italia, 1846); Autentiche prove contro i gesuiti moderni, loro affigliati ed il celebre dialettico M.R. Frassinetto (Italia, 1846); Sulla storia sacra per le elementari (Genova, 1846); Se l’esempio e l’autorità degli antichi provi nulla contro il nuovo metodo delle scuole (Genova, 1847); Analisi della grammatica latina di G. F. Muratori (Genova 1849); Elementi di Grammatica generale applicati alle due lingue italiana e latina (Genova, 1848-49); mentre sotto il nome di Ausonio Franchi scrisse La Filosofia delle scuole italiane : lettere al professore G. M. Bertini (Capolago, 1852); I nuovi auspizi all’Italia e Le confessioni (Genova 1852); Appendice alla Filosofia delle scuole italiane (Genova, 1853); [anonimo] Simbolo politico, sociale e religioso della democrazia (Lugano 1853); La religione del secolo XIX (Losanna, 1853); [con lo pseudonimo Reinter de Liessol] Études sur la biographie evangelique (Londra, 1854); Studi filosofici e religiosi: Del Sentimento (Torino, 1854); Il Razionalismo del Popolo (Ginevra, 1856); A G. Mazzini. Replica di Ausonio Franchi (Torino, 1857); Prolusione al corso di storia della filosofia letta il 19 dicembre 1860 (Milano 1861); Studi filosofici : Bacone, Descartes, Spinoza, Malebranche, estr. da “Rivista Contemporanea”, aprile 1861; Prolusione al corso di Filosofia della storia nell’Università di Pavia (Milano, 1862); Letture sulla Storia della Filosofia moderna; Bacone, Descartes, Spinoza, Malebranche (Milano, 1863); Discorso letto alla R. Loggia Insubria, nella tenuta del 30 maggio 1864 (1864); Prolusione al Corso di Filosofia nell’Accademia scientifico-letteraria di Milano, letta il 22 novembre 1864 (Milano, 1864); Nuovi elementi di grammatica generale applicati alla lingua italiana (Milano, 1865); Della probabilità di una restaurazione degli studi filosofici in Italia (Torino, 1866); Discorso di Ausonio Franchi alla Corte d’Appello di Milano nella causa per la publicazione dell’Epistolario di Giuseppe La Farina (Milano, 1870); Su la teorica del giudizio : lettere a Nicola Mameli (Milano, 1870); La Caduta del Principato Ecclesiastico e la Restaurazione dell’ Impero Germanico : lettura tenuta alla Società Patriotica di Milano il 14 aprile 1871 (Milano, 1871); Saggi di critica e polemica (Milano, 1871-72). San Tommaso d’Aquino e la sua filosofia (Genova 1888); Ultima Critica, 3 voll. (Milano, 1889-93); Il papa : Ricordo del giubileo episcopale di Leone XIII (San Pier d’Arena, 1893).
Postumi furono Lezioni di pedagogia, con prefazione, note ed appendice del sac. Carlo Decani (Siena 1898) e di lui riconvertito la Civiltà Cattolica (anno 1895, sec XVI, vol. IV, p. 529) pubblicò lettere dirette al suo ex maestro, Monsignor Magnasco, arcivescovo di Genova, ristampate in seguito nel volume Lettere intime(Belluno, 1900).
Bonavino pubblicò inoltre, come si è già detto, Appendice alle Memorie politiche di Felice Orsini (Torino, 1858) e Memorie politiche di Felice Orsini scritte da lui medesimo e dedicate alla gioventù italiana/ con un’appendice per Ausonio Franchi (Lugano 1860); Epistolario di Giuseppe La Farina, a cura di A. Franchi, 2 voll. (Milano, 1869) e Scritti politici di Giuseppe La Farina, raccolti e pubblicati da Ausonio Franchi (Milano, 1870). Va infine ricordato il Compendio della storia del cristianesimo da Gesu Cristo fino ai nostri giorni / di Louis Joseph Antoine De Potter; tradotto da Ausonio Franchi (2 voll., V. Steffenone, Camandona e C., Torino, 1856-58).
Di fonte ad una cancellazione deliberata della sua persona e dei suoi scritti – tutti quelli razionalisti dalla Chiesa che li aveva messi all’indice, dalla Massoneria del GOI che lo cita qua e là come il Fratello Ausonio Franchi, ma stende un oblio pressochè totale sulla sua ultima conversione o seconda apostasia – occorre un’opera di risarcimento. Il controllo della memoria è un’arma e una posta decisiva della lotta tra le “chiese”, tra tutte le chiese, e non è perciò degno della Massoneria che tale non è.
È stato lucidamente detto che “rendere vivo ciò che è morto e scomparso, vincere col tempo la lotta per strappargli le sue vittime – ce lo hanno insegnato i maestri dell’Ottocento romantico, da Manzoni a Michelet – è quel che fa sentire allo storico la sua posizione liminare tra morti e vivi come una missione eroica piuttosto che un esercizio pacifico dell’erudizione”. Non sarà dunque un compito inutile dare, ad altri che verranno, la possibilità di un incontro con ciò che è stato e che parrebbe abraso, ma è solamente coperto dalla polvere del tempo e degli uomini. Dar la composizione minuta di chi di Ausonio Franchi si occupò e si è occupato non è dunque un arido elenco bibliografico, bensì opportunità per chi domani, sentinella erede dei cancellati dalla storia visibile, di scoprirne il permanere delle tracce e si sorprenderà nel riesumare una figura che non ebbe un posto secondario nella storia del pensiero, in quella della Massoneria Italiana e della Chiesa Cattolica.
Si confrontino dunque, oltre alle sue opere in precedenza citate, i giornali il Secolo e il Corriere della Sera del settembre 1895 e l’Annuario della Accademia scientifica letteraria, 1895-6, contenenti sue commemorazioni; De Gubernatis, nel Dizionario degli scrittori, alla voce sotto il suo nome, ed il buon articolo dell’Hennequin nell’Enciclopedia Larousse, che rinvia pure a Daniel Stern, Florence et Turin: La libre pensée en Italie, ppp. 182-218, Paris, 1862. Sul Bonavino filosofo cfr. Giovanni Gentile nella Critica, vol I, 1903, pp. 265 e sgg. ove il Bonavino è iscritto fra gli scettici. Una possibile e non esauriente bibliografia sul nostro in ordine cronologico è poi la seguente: Felice Calvi, La filosofia contemporanea e le lezioni di Ausonio Franchi (Tip. Bernardoni di C. Rebeschin, Milano, 1887); Andrea Cappellazzi, L’ultima critica di Ausonio Franchi, brevemente esposta ed esaminata, I-III (Tip. Ercole Rolleri, Crema, 1889-93); Saverio Francesco De Dominicis, La seconda apostasia di Ausonio Franchi (tip. Cattaneo, Bergamo, 1890); Baldassarre Galletti, Critica dell’ultima critica del Prete Cristoforo Bonavino, gia Ausonio Franchi (Tip. G. Spinnato, Palermo, 1890); Pio Gotran, Due del 48 : [Ernest Renan ed Ausonio Franchi]: saggio critico filosofico (Tip. V. Ceccherini e C., Firenze, 1891); Michael Glossner, Besprechung zu A. Franchi, Ultima Critica, (vol. 2/3: Jahrbuch für Philos. und spekulat. Theologie 7 ,1893, pp. 107-113; 10 ,1896, pp. 129-135; Giuseppe Ballerini, Ausonio Franchi (estr. Rivista internazionale di scienze sociali, III, vol. IX, 1895, pp. 314-319); A. Barberis, Nachruf auf Ausonio Franchi (Divus Thomas (P.) Ser. I, Vol. 5, 1896) ; E. De Marinis, A proposito di Ausonio Franchi: Le Apostasie e la Nuova Filosofia (Napoli, 1896); P. Romano, Ausonio Franchi (Savona 1896); Angelo Angelini, Ausonio Franchi: Conferenze tenute nel Circolo romano di studi S. Sebastiano il 21 e 23 gennaio 1897 (Ermanno Loescher e C. Edit., Roma, 1897); Attilio Stefini, L’educatore secondo la mente di Ausonio Franchi: appunti presi alle sue lezioni di pedagogia (Libreria G. Palma, Milano, 1897); A. Bianchi, Bibliothecae C. Bonavini olim Ausonii Franchi opera et volumina descripta (Mediolani 1898); Filippo Meda, Profili e schizzi (Bacchini, Milano, 1900, pp. 73-82); Attilio Stefini, San Tommaso : Note prese alle lezioni di Ausonio Franchi (Istituto italiano d’arti grafiche, Bergamo, 1900); Giuseppe Bozzetti, Rosmini nell’Ultima Critica di Ausonio Franchi: Studio storico-critico (Giannini, Firenze, 1918); Ottavio Marchetti, Un grande convertito di Maria SS.: Ausonio Franchi (s.e., Roma, 1921?); Angelo Portaluppi, Ausonio Franchi (Pro Familia, Milano, 1922); Arturo Colletti, Ausonio Franchi e i suoi tempi (Torino-Roma, 1925); Filippo Meda, Universitari cattolici italiani (Vita e Pensiero, Milano, 1928, pp. 81-112); G. Manacorda, Cristoforo Bonavino: Dizionario del Risorgimento Nazionale (vol. 2: Le persone A-D, Vallardi, Milano, 1930, pp 349-350); Vincenzo Suraci, Ausonio Franchi: filosofo e pedagogista. 1: L’apostasia (Albrighi, Segati e C., Roma, 1936); Mario Battistini, Le relazioni d’Ausonio Franchi col belga Luigi de Potter (L. Cappelli, Rocca S. Casciano, 1936); Vincenzo Suraci, Ausonio Franchi: La pedagogia pagine scelte (Cedam, Padova, 1940); Giulio Alliney, I pensatori della seconda metà del secolo XIX (F.lli Bocca, Milano 1942); F. Tinivello, Ausonio Franchi: Enciclopedia cattolica, (vol. 5, G. C. Sansoni, Firenze, 1950, p. 1622).; Giuseppe Toniolo, I doveri degli studiosi cattolici: A proposito di una commemorazione di Ausonio Franchi (Ders., Scritti spirituali, religiosi, famigliari e vari, Città del Vaticano, 1952, I, pp. 292-313); Anna Maria Cappelli, Ausonio Franchi: [Cristoforo Bonavino]: dall’apostasia alla fede cattolica / prefazione di Gesualdo Nosengo (Ed. Uciim, Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi, Roma, 1957);Carlo G. Lacaita, Carlo Cattaneo, Ausonio Franchi e il socialismo risorgimentale (Rivista storica del socialismo, Milano, 1963); L. M. Sansevero, Il problema di dio in Ausonio Franchi. Dall’apostasia alla conversione (Diss. P.U.G., Roma, 1964); Maria Fubini Leuzzi, Cristoforo Bonavino (estr. da Dizionario biografico degli Italiani, Roma 1969, vol. VII, pp. 649-653); Luigi Bulferetti, Socialismo risorgimentale (Einaudi, Torino, 1949, rist. 1975); Pietro Rino Ravecca, Cristoforo Bonavino nel centenario della conversione, a cura della Congregazione Missionari Urbani e Rurali (Genova, 1986); Luciana Garibbo, Democrazia, rappresentanza e teoria della socialità in Ausonio Franchi (in “Democrazia e associazionismo del XIX secolo”, a cura di Fabrizio Bracco, Centro editoriale toscano, Firenze, 1990, pp. 97-129); Rita Casati, Il pensiero politico di Ausonio Franchi (Cristoforo Bonavino 1821-1895) – rel. E. A. Albertoni (Tesi datt, Università degli studi, Milano, 1993); Cristoforo Bonavino prete genovese, filosofo, apostata, penitente, apologeta, nel centenario della morte (1895-1995), a cura della Confraternità di S. Giovanni Battista dei Genovesi in Roma (Quaderni del Chiostro 14, Roma, 1995); Guido Verucci, L’Italia laica prima e dopo l’Unità 1848-1876: anticlericalismo, libero pensiero e ateismo nella societa italiana (Laterza, Roma-Bari, 1981, rist. 1996); Fiorenza Taricone, Ausonio Franchi : Democrazia e libero pensiero nel XIX secolo (Name, Genova 2000) .
Moreno Neri